“Guinendadi – Storie di rivoluzione e sviluppo in Guinea Bissau” è un reportage multimediale che si sviluppa in 15 storie e raccoglie le parole e gli esempi di coloro che ogni giorno lavorano per costruirsi un futuro diverso. Un bell’esempio di un nuovo modo di fare informazione sull’Africa.
Tutto ruota intorno a una parola: guinendadi. Che è amore, allegria, giustizia, condivisione, tradizione, impegno politico e sociale. È il filo conduttore di un reportage multimediale sulla Guinea Bissau, che segnaliamo perché ci sembra rappresenti bene un nuovo modo di fare informazione sull’Africa, non pietistico ma a 360 gradi, che ha il coraggio di immergersi in una cultura prima di osare raccontarla.
Se siamo abituati a sentire parlare della Guinea Bissau – e dell’Africa, più in generale – in termini di migrazione, narcotraffico ed estrema povertà, “Guinendadi” cerca un nuovo punto di vista sul paese, dando voce a personalità, associazioni ed esperienze di cittadinanza attiva e impegno sociale e politico.
Dal regista di fama internazionale alle donne delle cooperative agricole passando per gli incubatori di imprese, dai movimenti sociali ai musicisti più conosciuti nel paese, Guinendadi scatta polaroid che non si fermano al visibile. Vanno in profondità, cercando di comprendere fino in fondo la sfida che questa terra ha davanti a sé. E che vuole vincere.
Che cosa è, allora, la guinendadi? Che paese è la Guinea Bissau che vuole trovare il coraggio di usare quella parola lottando contro povertà, colpi di stato, criminalità?
“Guinendadi – Storie di rivoluzione e sviluppo in Guinea Bissau” è un reportage multimediale che si sviluppa in 15 storie e raccoglie le parole e gli esempi di coloro che ogni giorno lavorano per costruirsi un futuro diverso. E lo fanno credendo nella forza della collettività e della cultura locale per determinare il proprio sviluppo.
Le storie di “Guinendadi” sono raccolte su una piattaforma multimediale che mette insieme testi, foto e video, creata su misura rispetto alla funzione narrativa del reportage. Un esempio di storytelling giornalistico che vuole “entrare dentro” le storie, dedicando loro il giusto tempo e la giusta attenzione.
Il reportage è stato realizzato dai giornalisti Serena Carta, Fabio Lepore, Carolina Lucchesini, Sara Perro in collaborazione con Engim Internazionale ed è uno dei vincitori del premio DevReporter, finalizzato a intensificare la collaborazione tra mondo del giornalismo e quello della cooperazione internazionale.
La piattaforma multimediale è stata sviluppata da Q – Creative Science e il progetto è stato realizzato con il supporto di: Publican, Smart Factory, Consorzio ONG Piemontesi, Federació catalana d’ONG per al desenvolupament, Resacoop e con il contributo finanziario dell’Unione Europea