Sulle tv e radio etiopi arriva «Tibeb Girls», il cartone animato che ha come protagoniste tre eroine che – con i loro superpoteri – lottano contro matrimonio precoce, mutilazioni genitali femminili e si battono per il diritto universale all’istruzione. Un’iniziativa importante in un Paese dove ancora oggi il 43% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni è analfabeta
Possono volare a tutta velocità, prevedere il futuro e persino conoscere con certezza i sentimenti degli altri: come ogni supereroe che si rispetti, anche le Tibeb Girls hanno deciso di mettere i propri superpoteri al servizio della comunità. A differenza dell’Uomo Ragno che veglia su mostri immaginari o che al massimo coglie in fragrante borseggiatori a New York, però, le tre eroine – che stanno diventando un fenomeno in Etiopia – difendono le ragazze africane da ingiustizie sociali purtroppo reali.
Le «Tibeb Girls» – vestite con velo e tunica bianca profilata di rosso nel caso di Power Girl, grigio di Whiz Kid Girl e verde per Empathy Girl – accorrono all’allarme di pericolo per la salute (matrimonio precoce, tentativi di mutilazioni genitali o rischio di contrarre HIV) oppure per combattere restrizioni sociali come il divieto allo studio per le ragazze. Le supereroine si battono per problematiche ancora oggi ben note alle giovanissime etiopi che, soprattutto nelle aree rurali, sono vittime di pratiche tradizionali che mettono un freno alla loro emancipazione.
I dati delle Nazioni Unite rivelano che nel Paese il 43 per cento delle ragazze tra i 15 e i 24 anni non sanno leggere né scrivere, una su cinque è già sposata prima dei 15 anni e ben il 12 per cento entro i 19 ha già avuto il primo figlio. Inoltre, è stato calcolato che le ragazze etiopi tra i 15 e i 19 anni hanno una probabilità sette volte maggiore di contrarre il virus HIV rispetto ai propri coetanei maschi; eppure queste ragazze spesso ignorano persino la propria situazione.
Proprio per rompere questi tabù e aiutare le vittime, l’imprenditrice Bruktawit Tigabu ha deciso di disegnare un cartone animato completamente incentrato sull’attualità. Grazie a una squadra di attori, scrittori e artisti, la donna – che dal 2005 ha fondato l’associazione «Whiz Bruktawit Workshop» proprio per rendere accessibile istruzione e informazione al maggior numero di bambini etiopi possibile – ha dato il via al progetto.
Si tratta del primo prodotto del genere realizzato in Africa, ma le avventure delle eroine impegnate nella lotta alle pratiche ancestrali stanno già appassionando le piccole etiopi. I primi tredici episodi sono già stati distribuiti nelle scuole, dove le alunne hanno apprezzato soprattutto il fatto che le eroine parlassero la lingua locale e avessero un aspetto simile a loro. «Per me è stato molto importante mettere in scena dei personaggi che fossero come le mie figlie: dovevano servire come modelli» ha spiegato Tigabu, che ha appena venduto la prima stagione della serie alla radio e tv etiope e che ora si prepara a girare altrettante puntate.
Quasi tutti gli spettacoli televisivi in Etiopia sono infatti importati dall’Occidente e dunque esiste uno scarto tra quello che viene tramesso e la realtà sociale e culturale che tocca le ragazze africane. «Tibeb Girls» inverte la tendenza e trasforma le ragazze etiopi nelle protagoniste della storia che – anche senza superpoteri ma con determinazione e lavoro di squadra – possono voltare pagina.
«La maggior parte dei temi di cui parliamo – aggiunge Tigabu – non vengono trattati nelle comunità, a scuole o in case. Col cartone animato volevamo divertire ma anche per avvicinare a degli argomenti seri». Certo un programma tv non cambierà le cose da solo, ma se non altro le Tibeb Girls possono almeno aiutare le giovani etiopi ad immaginare un futuro migliore.