In Vaticano l’udienza a una delegazione di monaci buddhisti thailandesi. Con loro anche padre Daniele Mazza, missionario del Pime, che a Bangkok questo rapporto di incontro e amicizia l’ha vissuto studiando nell’università buddhista Mahachulalonkorn
«È mio vivo desiderio che buddhisti e cattolici intensifichino il loro rapporto, progrediscano nella reciproca conoscenza e nella stima delle rispettive tradizioni spirituali, e siano nel mondo testimoni dei valori della giustizia, della pace e della tutela della dignità umana».
Lo ha detto papa Francesco a una delegazione di monaci buddhisti della Thailandia ricevuti questa mattina in udienza in Vaticano. Un incontro all’insegna dell’amicizia che ha visto coinvolto anche il Pime: insieme ad alcuni vescovi thailandesi ad accompagnare la delegazione era presente anche padre Daniele Mazza, missionario del Pime, che in Thailandia ha vissuto «dal di dentro» l’esperienza del dialogo con il mondo buddhista, frequentando un master all’università Mahhachulalonkorn, l’ateneo dove studiano i monaci.
La delegazione thailandese – che comprendeva anche alcuni rappresentanti del governo – ha donato al Papa la traduzione in lingua contemporanea di un antico testo sacro buddhista conservato nella biblioteca vaticana. Questa traduzione è stata realizzata dai monaci del Tempio Wat Pho, che si trova nel centro di Bangkok.
Ringraziando per il dono papa Francesco l’ha definito «un segno tangibile della vostra generosità e dell’amicizia che ci lega ormai da lunghi anni, un cammino fatto di piccoli passi». Piccoli passi tra i quali si inserisce anche l’esperienza di padre Daniele, come ci raccontava in questa intervsita rilasciata qualche mese fa a Mondo e Missione.