Sull’onda della “Laudato Si’” è nato anche il Movimento cattolico mondiale per il clima, che in 3 anni ha aggregato 650 organizzazioni
«L’enciclica ci chiede di ascoltare il grido della terra e dei poveri. È un solo grido, una sola e complessa crisi, ambientale e sociale». È possibile avere una conversione ecologica? Tomás Insúa l’ha vissuta. Argentino di Buenos Aires, 30 anni, un master in Politiche pubbliche per il clima all’Università di Harvard dove è stato ricercatore, è la persona che ha dato la spinta iniziale alla nascita del Movimento cattolico mondiale per il clima (The Global Catholic Climate Movement, Gccm), una coalizione internazionale di organizzazioni cattoliche impegnate nella difesa del Creato che, a poco più di tre anni dalla sua fondazione, continua a crescere rapidamente in tutti i continenti.
Lanciata nel 2015 da 15 organizzazioni, fra cui l’arcidiocesi di Manila nelle Filippine, la rete aggrega oggi oltre 650 realtà, fra cui diocesi e arcidiocesi, istituti religiosi e congregazioni come i francescani e i gesuiti, enti non governativi. «In molti Paesi c’erano già organizzazioni cattoliche impegnate per l’ecologia e la tutela del Creato. L’idea è stata semplicemente quella di metterle in contatto – spiega Insúa -. Su sfide vitali che riguardano il nostro pianeta è importante agire in fretta, ma anche agire insieme, perché fenomeni come quello del riscaldamento climatico riguardano un mondo interconnesso».
Tomás Insúa l’ha toccato con mano nel 2013 nelle Filippine. È lì che è avvenuta la sua “conversione ecologica”. In quel periodo lavorava come responsabile marketing di Google per l’America Latina e il Sud Est asiatico; nel frattempo aveva fondato un’organizzazione no profit di ispirazione cristiana, Potencialidades, che operava per la giustizia sociale nei quartieri poveri di Buenos Aires. «Ho lavorato molto in campo sociale nella mia città e, a quei tempi, pensavo che la priorità fossero i poveri. Le questioni ecologiche mi sembravano tutto sommato di minore importanza – racconta -. Poi ebbi la possibilità di visitare le Filippine per lavoro, subito dopo il tifone Haiyan, nel novembre 2013, uno dei più forti cicloni tropicali mai registrati. Fu terribile: 10 mila morti, 11 milioni di persone senza tetto. E lì ho capito che la crisi ecologica è anche una crisi sociale, perché sono i poveri a pagarne le conseguenze. A partire da quel momento, ho deciso di lavorare al cento per cento sulla sfida ecologica».
Tornato da quel viaggio, Tomás comincia a contattare organizzazioni cattoliche impegnate per l’ambiente in vari Paesi , fra cui l’arcidiocesi di Manila. «Le Filippine sono un Paese-simbolo dell’ingiustizia climatica – spiega -. Il cardinale Luis Antonio Tagle è stato con noi fin dall’inizio, quando, a fine 2014, abbiamo dato vita al Movimento con le prime 15 organizzazioni. È stato lui a consegnare al Papa il nostro documento costitutivo, durante la visita di Francesco nelle Filippine nel gennaio del 2015. Tutti sapevamo che sarebbe uscita a breve un’enciclica sul Creato. Lo scopo del Movimento è diventato subito quello di aiutare la famiglia cattolica a vivere la Laudato Si’».
Il Gccm ha una struttura snella, con 11 persone che fanno parte del team di lavoro, distribuite in diversi Paesi, e un ufficio presso la sede della Focsiv a Roma, dove Tomás ha deciso di trasferirsi con la moglie Vicky, per lavorare in stretto contatto con il Vaticano. I finanziamenti per le attività della rete provengono per il 60% da chi ne fa parte, e per il resto da fondazioni e donatori privati. «Le organizzazioni possono entrare nel network senza versare nessun contributo, ma invitiamo chi può a sostenere le attività», spiega Insúa. Il Gccm è impegnato su tre fronti: quello della sensibilizzazione, quello spirituale e quello del cambiamento degli stili di vita. «Nel primo ambito, la principale campagna che stiamo promuovendo è per il disinvestimento dai combustibili fossili – spiega Insúa -. Chiediamo alle istituzioni, ma anche alle diocesi e agli enti religiosi, di liberarsi di quelle azioni, obbligazioni o fondi di investimento legati a gruppi e imprese che operano nel settore dell’estrazione e della commercializzazione delle fonti fossili, il cui utilizzo rappresenta una delle cause principali dei cambiamenti climatici provocati dall’attività umana».
Il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata della Terra, 35 istituzioni da tutto il mondo, fra cui Caritas Internationalis, tre banche cattoliche tedesche con un bilancio totale di circa 7,5 miliardi di euro, diverse diocesi e altri enti, hanno annunciato il proprio disinvestimento dai combustibili fossili, andando ad aggiungersi ad altre 60 organizzazioni cattoliche che avevano già fatto questa scelta. «Siamo consapevoli di essere in una fase di transizione in cui c’è ancora bisogno del petrolio, ma questo cambiamento segnala in modo chiaro la direzione dove vogliamo andare», afferma Insúa.
Nel 2015, subito dopo la Laudato Si’, il Papa ha istituito per il primo settembre la Giornata di preghiera per il Creato, in comunione con la Chiesa ortodossa che già la celebrava in quella data. Ha anche indicato il periodo che va dall’1 settembre al 4 ottobre – memoria di san Francesco d’Assisi – come tempo dedicato a pregare e agire per il Creato. «Sarebbe bello se questo “tempo del Creato” fosse vissuto da tutta la Chiesa e diventasse visibile nel mondo – commenta Insúa -. Per aiutare le parrocchie a farlo, stiamo preparando strumenti e sussidi in collaborazione con il Dicastero per lo sviluppo umano integrale».
Agire per cambiare i propri stili di vita, sia a livello personale che comunitario, è un’altra proposta del Movimento, che ha pubblicato una Guida per parrocchie ecologiche, che in Italia è stata tradotta da Focsiv, con consigli pratici per ridurre gli sprechi e vivere in modo più sostenibile. Da qui a fine anno, il Movimento parteciperà a eventi importanti: la conferenza di luglio in Vaticano che celebrerà i tre anni della Laudato Si’, un convegno sulle “economie profetiche” dal 2 al 4 novembre a Castel Gandolfo e, a dicembre, la Conferenza Cop24 in Polonia, dove i governi negozieranno le misure per ridurre l’impatto ambientale a fronte dei cambiamenti climatici. Sempre avanti, sulla scia della Laudato Si’.