Uno scatto dall’Africa. Un bambino che lotta e che ringrazia. È la nostra piccola notizia di oggi
Guardate la foto qui sopra. A volte basta uno scatto per uscire dal cortocircuito dell’egoismo e dell’avvitamento sulle proprie piccole meschinità.
La notizia, di per sé, potrebbe essere giudicata di poco conto. Riguarda un concorso fotografico che si chiama CardioClick, organizzato da medici, per la precisione dall’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri.
Tra le fotografie premiate – da una giuria di giornalisti ed esponenti del mondo della cultura, tra cui Elisabetta e Vittorio Sgarbi – c’è quella di un medico e volontario “affezionato” al Lacor Hospital, l’ospedale fondato nel Nord Uganda dai coniugi Piero e Lucille Corti e oggi diretto da medici ugandesi. Massimo Mapelli ha trascorso in Uganda sei mesi della propria specializzazione in cardiologia, oggi è specialista dell’unità Scompenso, Cardiologia clinica e riabilitativa del Centro cardiologico monzino.
La sua foto ritrae un bambino, Okello, ed è accompagnata da un’eloquente didascalia: “Il Lacor è un grande ospedale no-profit nel nord dell’Uganda. Okello ha 8 anni, una malattia reumatica severa e uno scompenso cardiaco. Qui nessuno gli darà una valvola nuova, ma non ha perso la voglia di sorridere per dire grazie. Anche ai “muzungu”, i medici bianchi che somministrano i farmaci.”
Cuore e riconoscenza è il titolo del concorso. Il cuore di Okello, che continua ostinatamente a battere, è la nostra prima buona notizia di oggi. La generosità nel quale la sua storia si inserisce è la seconda.
Nel Nord Uganda si trovano al momento circa un milione di rifugiati, provenienti dal Sud Sudan in guerra. Il Lacor Hospital, nella regione di Gulu, è situato proprio sulla Juba Road, la strada che conduce a Juba, capitale del Sud Sudan. Forte di una tradizione di protezione ed assistenza dei più vulnerabili, si è trovato a far parte del progetto di accoglienza Welcome Uganda. Ne abbiamo parlato anche in uno speciale di Mondo e Missione.
Attivato da una decina d’anni e diventato un modello a livello internazionale, il programma ugandese di accoglienza punta a dare dignità ai rifugiati attraverso lavoro e integrazione. La formula adottata prevede frontiere aperte e che non ci siano campi profughi a lungo termine. Dopo un paio di mesi in un campo profughi provvisorio, ai rifugiati viene offerta la possibilità di ottenere un appezzamento di terreno con attrezzature di base e sementi, oltre al materiale per costruire una capanna di fango.
Chi fugge da instabilità e violenza che perdurano a una manciata di chilometri dal confine a Nord, cerca riparo e cure mediche. E ogni settimana il Lacor hospital accoglie una ventina di persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria.
Tornando a scatti e medici, non è la prima volta che Massimo Mapelli si aggiudica il premio del concorso fotografico organizzato dai cardiologi. Nel 2016 aveva vinto con la fotografia di Samantha, undicenne di Gulu che stringeva forte a sé una divisa ospedaliera. Samantha sogna di diventare una dottoressa e la sua storia si può leggere sul blog di Massimo. Cuore e riconoscenza, a volte, possono fare miracoli.