Oggi è la quinta giornata mondiale contro il traffico degli esseri umani. Ecco perché condividiamo l’appello delle religiose dell’Uisg
«Più i confini sono chiusi più è difficile per i migranti raggiungere i Paesi di destinazione, e in questo contesto aumentano sempre di più le violazioni dei diritti umani». È il paradosso al quale si trovano di fronte le religiose che in tutto il mondo combattono la tratta e lo sfruttamento delle persone. A sottolinearlo in un webinar in occasione della quinta Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che viene celebrata oggi, è suor Gabriella Bottani, coordinatrice del network internazionale Talitha Kum, creato nel 2009 dall’Uisg (Unione internazionale superiore generali) per mettere in rete le religiose attive nella lotta contro il traffico di persone nei cinque continenti. Oggi la rete è impegnata in attività di prevenzione, sensibilizzazione, protezione, assistenza e denuncia in 70 Paesi.
Oggi l’Uisg invita a scaricare i poster dell Giornata contro la tratta e a diffonderli nelle comunità, tra gli amici e famigliari. Con gli hashtag #HumanTrafficking e #EndHumanTrafficking è attiva sui social networks la campagna di denuncia di un traffico che riguarda 40 milioni di vittime nel mondo, e che foraggia un’industria della schiavitù da 150 miliardi di dollari.
«È cambiata la narrativa delle persone trafficate che incontriamo – afferma suor Gabriella Bottani nel webinar che ha messo a confronto le religiose dei Paesi dove è attivo il network Talita Kum -. Fino a qualche anno fa, specialmente in Europa e in diversi Paesi asiatici, le vittime ci raccontavano di essere state attirate con la proposta di un lavoro e di non sapere che sarebbero finite su una strada. Oggi sono sempre più frequenti invece i casi di donne – perchè la maggior parte delle vittime, di fatto, sono donne – che sanno cosa dovranno fare, una volta entrate del giro dello sfruttamento. Il bisogno di denaro, il bisogno di avere una vita migliore le spinge a vendere l’unica cosa che hanno, cioé il loro corpo. Alcuni ci dicono: “Se sono consapevoli, non sono più vittime”. La nostra sfida, di fronte a questo fenomeno che stiamo osservando, è far capire che anche questa è schiavitù: in un contesto socio-economico improntato al consumismo delle cose e delle persone, e sempre più duro, ci sono persone obbligate a vedere il proprio corpo per sopravvivere».
Nei diversi Paesi in cui è presete Talita Kum è focalizzata su tre forme di sfruttamento: la tratta ai fini della prostituzione, la schivitù domestica e i matrimoni forzati.
In occasione della giornata di oggi, papa Francesco ha rinnovato l’appello ai leader politici affinché combattano la tratta dei migranti, ma soprattutto ha invitato ogni singolo cittadino a «denunciare le ingiustizie e contrastare con fermezza questo vergognoso crimine».
Un modo per farlo è aderire alla campagna dell’Uisg e sostenere il lavoro di tante religiose che nel mondo stanno accanto in modo concreto alle vittime del traffico e dello sfruttamento. Anche Mondo e Missione invita a scaricare i poster che trovate, in varie lingue, cliccando qui, e a diffonderli nelle vostre comunità, tra i vostri amici e famigliari