La rock-band cristiana tra i cristiani scappati dall’Iraq per portare speranza attraverso la musica. Francesco Lorenzi: “Gesù Cristo si mostra attraverso questi fratelli che, per non rinnegare la loro fede, hanno lasciato tutto”
Dal concerto di quest’estate al Circo Massimo davanti a 70mila giovani italiani all’incontro con i profughi iracheni in Giordania. Con la stessa carica di entusiasmo e la stessa voglia di portare speranze. Così i The Sun – la più affermata rock band di ispirazione cristiana hanno chiuso il 2018 recandosi alla vigilia di Natale ad Amman, in Giordania per tenere alcuni concerti di Natale per i profughi cristiani scappati dall’Iraq in seguito alla terribile persecuzione degli ultimi anni. In Giordania, la band ha incontrato alcuni studenti per portare un messaggio di pace, fratellanza e coraggio. Il gruppo ha tenuto anche alcune lezioni di musica nei campi profughi, sperimentando il progetto The Sun Academy, al quale tre componenti della band stanno lavorando da alcuni mesi e che sperimenteranno anche in alcuni oratori nel corso del 2019.
L’iniziativa in Giordania è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Habibi e con don Mario Cornioli, scerdote fidei donum toscano in servizio presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme, da anni ponte tra la band vicentina e la Terra Santa. I The Sun, infatti, si sono recati più volte nella terra di Gesù, l’ultima nell’autunno scorso per la terza edizione di “Un invito, poi un viaggio”, che li ha visti guidare un pellegrinaggio con circa 200 fan e tenere un concerto nello scenario di Cafarnao. Quanto al dramma dei profughi cristiani dall’Iraq, essa ha ispirato una delle loro canzoni, intitolata “Le case di Mosul”.
«Abbiamo voluto fortemente realizzare questo viaggio in Giordania e i relativi concerti – spiega Francesco Lorenzi, frontman del gruppo – per sostenere i cristiani iracheni rifugiati a causa della persecuzione. Inoltre, abbiamo voluto concludere quello che per noi è stato un anno straordinario ringraziando Dio – attraverso un’iniziativa di solidarietà – per tutto il bene che ci sta facendo sperimentare. Così abbiamo accolto l’invito di don Mario Cornioli, che si prende cura in modo esemplare di centinaia di famiglie e di giovani rifugiati cristiani ridando loro dignità attraverso iniziative imprenditoriali di qualità, oltre che ristabilendo la normalità dell’istruzione scolastica a persone che hanno perso tutto. Ci siamo inseriti in un contesto che ci ha travolti e interrogati profondissimamente. Gesù Cristo si mostra attraverso questi fratelli che, per non rinnegare la loro fede, hanno lasciato tutto e patito sofferenze immani».