Il desiderio di far conoscere la religione cristiana ai propri fratelli ha spinto una giovane artista indiana a ritrarre i personaggi evangelici secondo gli stili del proprio Paese, a testimoninanza dell’universalità del messaggio di Cristo.
Nella pittura di Angela Trindade c’è la delicatezza di uno sguardo femminile, che si posa sui gesti, sui tessuti e sui dettagli degli ambienti. Ma c’è anche la forza di una donna che è stata una pioniera, come artista professionista nell’India della prima metà del ’900 e come voce di sintesi tra stile pittorico indiano e temi cristiani.
Figlia di un pittore originario di Goa, Antonio Xavier Trindade, famoso ritrattista in stile occidentale conosciuto come “il Rembrandt dell’Est”, Angela Trindade nasce a Bombay nel 1909. Dopo gli studi nella prestigiosa Sir J. J. School of Art, matura un talento artistico del tutto originale: si dedica poco più che ventenne alla pittura sacra cristiana in stile indiano, che le porterà notorietà e riconoscimenti internazionali. Questa scelta, come lei stessa afferma, nasce dal profondo desiderio di far conoscere Cristo anche ai fratelli indiani, attraverso un linguaggio espressivo che possa risultare comprensibile. La sua pittura ricca di elementi ibridi e sospesi tra Oriente e Occidente è anche il frutto di un momento storico di transizione, che segna il passaggio dalla dominazione britannica all’indipendenza indiana. Nei dipinti di Angela Trindade le Madonne hanno l’aspetto di delicate donne indiane, con indosso sari colorati, bracciali e ornamenti, una rappresentazione che diventerà tanto diffusa e apprezzata da dare inizio a una produzione di poster e a un nuovo stile di arte popolare. Cristo è raffigurato con aureola e lineamenti convenzionali, ma indossa le vesti tipiche di un sadhu, un asceta indiano. Spesso è circondato da donne, bambini e discepoli con la pelle di vari colori, ad indicare l’universalità del messaggio cristiano e l’importanza del mondo femminile e infantile.
Colori e simboli dei dipinti parlano con immediatezza sia a un contesto indiano sia a un contesto cristiano: il bianco, simbolo della morte ma anche della purezza; i gialli e gli arancioni caldi legati alla terra ma anche all’espressione delle emozioni; il fiore di loto di ascendenza buddhista tra le mani della Vergine. Dopo questa esperienza artistica giovanile, nel 1949 Angela Trindade si trasferisce in America. Qui sperimenta fino alla sua morte, avvenuta in Brasile nel 1989, diversi e originalissimi stili pittorici. La sua notorietà però resta legata all’arte sacra e alla sua ricerca di contaminazione, che riesce ad offrire un punto di vista particolare e universale allo stesso tempo.