Le immagini dei riti della Settimana Santa a San Ignacio de Mojos in Bolivia, un’area dell’Amazzonia dove i gesuiti sono presenti da più di tre secoli. Testimonianza della ricchezza di una fede inculturata, in dialogo con le culture locali, che sarà il tema al centro del Sinodo per l’Amazzonia
Si avvicina il Sinodo per l’Amazzonia che il Pime sta accompagnando nella sua preparazione con la sua campagna «Il grido dell’Amazzonia». Un Sinodo in cui il tema della difesa della foresta e dei suoi popoli è inseparabile dall’altra grande sfida indicata da papa Francesco: far crescere «una Chiesa dal volto amazzonico», capace davvero di portare il messaggio di Gesù dentro alla vita e alle culture di chi abita questa regione oggi così minacciata nella sua identità prima ancora che nei suoi territori. Per questo vogliamo far entrare l’Amazzonia anche dentro i riti di queste ore e lo facciamo proponendo qui sotto una gallery di immagini molto belle che ci arrivano attraverso i social network.
Sulla sua pagina Facebook, infatti, la parrocchia di San Ignacio de Mojos nel dipartimento di Beni in Bolivia, sta facendo come tante altre comunità in giro per il mondo: sta postando le immagini dei suoi riti della Settimana Santa. Solo che basta guardarle per cogliere tutta la storia straordinaria di questa realtà. San Ignacio de Mojos oggi è una città di più di 20 mila abitanti, ma è l’erede dell’incontro avvenuto alla fine del Seicento tra un gruppo di gesuiti guidati da padre Antonio da Orellana e le tribù indigene locali appartenenti al ceppo degli arawak. Nonostante le tante vicissitudini di questi tre secoli la fede dal volto indio seminata al tempo delle reduciones qui è rimasta intatta. Ed è un tesoro talmente straordinario che l’Unesco ha riconosciuto l’annuale Ichapekene Piesta – la festa che si tiene il 31 luglio, la festa liturgica di sant’Ignazio di Loyola – nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità.
San Ignacio de Mojos è un esempio di quanto il Vangelo possa essere fecondo in Amazzonia. Ma è un pro memoria anche di quanto questa sia una sfida che interpella ancora oggi la missione: per una città come San Ignacio de Mojos ci sono centinaia di villaggi dove questo incontro deve ancora compiersi per la carenza di sacerdoti, suore, laici impegnati nell’evangelizzazione in territori dove le distanze sono enormi e gli spostamenti lenti. Oppure dove addirittura i Vangeli non sono ancora stati tradotti nelle lingue locali. Di tutto questo parlerà il Sinodo di ottobre ed è una sfida che in questa Pasqua non possiamo dimenticare.