Il grido di dolore di Michel Sabbah, patriarca latino a Gerusalemme dal 1987 al 2008: «Dio ritornerà a Gerusalemme solo quando l’uomo vi ritornerà»
Si parla pochissimo ormai di Gerusalemme. Siamo tutti disillusi sulla possibilità che possa trovare pace. Per questo scuote il silenzio questo breve articolo di mons. Michel Sabbah, patriarca latino emerito di Gerusalemme, che ha guidato per più di vent’anni la «Chiesa madre». Se l’odio e le ideologie cancellano ogni sentimento di umanità per chi sta dall’altra parte della barricata – scrive – allora a Gerusalemme non c’è più posto nemmeno per Dio. È un grido di dolore che mostra però con chiarezza anche l’unica strada possibile per riportare Dio nella sua città: ripartire dal fratello.
Due sono le persone assenti a Gerusalemme, Dio e l’uomo.
I luoghi sacri sono tanti, ma Dio non c’è.
Dio non è più a Gerusalemme. Se n’è andato. Così come l’essere umano. Uomini di guerra hanno preso il sopravvento facendo guerre e opprimendo gli altri. Hanno piantato odio nei cuori. Perfino le loro preghiere non sono più lodi a Dio ma maledizioni nei confronti di altri.
Ciè nonostante, ci sono ancora persone autentiche a Gerusalemme. Pregano e lodano il Signore. Dio non si dimentica di loro anche se se n’è andato dalla città di guerra creata dagli uomini.
Dio non tornerà a Gerusalemme prima che l’avrà fatto l’uomo; un uomo che non uccide o demolisce case e non cambia gli abitanti originari rimpiazzandoli con altri.
Tu, che ancora preghi a Gerusalemme, chiedi a Dio di fare ritorno a Gerusalemme. Forse gli uomini di guerra, gli oppressori e coloro che maledicono gli altri si pentiranno e saranno in grado di vedere Dio e l’uomo e porre fine alla loro oppressione.
Dio ritornerà a Gerusalemme quando l’uomo vi ritornerà.
(nostra traduzione di un testo tratto dal sito abouna.org)