Questo mese Francesca Bellotta approfondisce la percezione della disabilità in Camerun. Sono soprattutto i più piccoli, spesso tenuti nascosti dalle famiglie, ad avere bisogno di cure e attenzioni
Raccontandovi la storia di Alioum, qualche mese fa, avevo già accennato al tema della disabilità in Camerun. Vorrei ora approfondire questo argomento che mi sta molto a cuore. È una realtà che ci pone sfide quotidiane, che cerchiamo di affrontare al meglio secondo le nostre possibilità, anche se spesso non è sufficiente. Parlo non solo di disabilità motorie, ma anche e soprattutto psichiche e fisiche, come nel caso dei bambini sordomuti. Il primo ostacolo sono le famiglie che per “vergogna” o retaggi culturali tengono nascosti i piccoli, o reputano che sia inutile che un bambino sordomuto frequenti la scuola, così lo tengono a casa “usandolo” per esempio come pastore di piccoli greggi di capre e pecore. Per non parlare dei bambini affetti da infermità motrice celebrale (Imc), spesso considerati delle maledizioni inviate alla famiglia.
Tanta strada è stata fatta per far uscire dall’isolamento questi ragazzi e far comprendere alle famiglie che non sono il “diavolo” ma piccoli dolcissimi come ogni altro bambino, anche se ne resta tantissima da percorrere. Quando sono i genitori stessi a venire a chiedere consiglio su come aiutare loro figlio, allora capisci che pian piano la mentalità sta cambiando e che quanto meno è stato imboccato il sentiero giusto.
La struttura principale con cui collaboriamo è la Fondazione Betlemme di Mouda (gestita dal Pime e dai Silenziosi Operai della Croce). Tra le tante attività ci sono una scuola primaria per sordomuti e un centro per bambini affetti da Imc. Questi ultimi vengono seguiti da educatori per cercare di renderli il più autonomi possibile a secondo della gravità della loro disabilità: fanno sessioni di fisioterapia e logopedia. Alcuni risiedono al Centro per l’intero “anno scolastico”, altri stanno due o tre mesi per volta accompagnati dalla mamma. Quando hai la fortuna di vedere con i tuoi occhi anche solo un piccolo progresso compiuto da questi bimbi, il cuore ti si riempie di gioia, la stessa gioia che leggi negli occhi di quei genitori che credono che i loro figli siano speciali e unici. Quello sguardo che è amore, che speri si diffonda come un’epidemia negli occhi di tutti i genitori di questi piccoli meravigliosi.