Dall’Angola, alla Namibia, al Sudafrica. L’artista che ci presenta questo mese Lara Fornasini, ha riprodotto soprattutto la vita delle missioni cristiane locali che ha incontrato nel suo percorso artistico e spirituale
È considerato il maggiore artista della Namibia nel campo delle arti visive. Le sue stampe in bianco e nero, esposte anche in numerose mostre e gallerie europee e americane, fotografano con estrema efficacia il vitale e variegato mondo africano, facendo della narrazione – che tocca il racconto autobiografico, l’attualità politica e la vita della Chiesa locale – la propria cifra stilistica.
John Ndevasia Muafangejo (1943-1987) nasce e trascorre la sua infanzia in Angola all’interno di una grande famiglia, dedicandosi di giorno al pascolo del bestiame e assistendo di sera a grandi competizioni letterarie di contenuto morale e filosofico. Parte della sua produzione è dedicata a questi ricordi: le scene di vita di villaggio, il lavoro quotidiano di uomini e donne, il richiamo alle sue origini, alla storia e alla cultura ovambo. All’età di dodici anni Muafangejo si sposta in Namibia presso la missione anglicana di Epinga. Qui si immerge per la prima volta nella vita della Chiesa locale e nello studio dell’arte, per poi proseguire il suo percorso artistico e spirituale in Sudafrica. Il legno, il linoleum e il metallo diventano le matrici su cui intagliare a rilievo i suoi soggetti e con cui esprimere il suo talento narrativo, dando vita a originalissime xilografie, linoleografie e acqueforti.
Protagonista di una cospicua parte di questa produzione è la vita delle missioni cristiane locali, che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’esistenza delle comunità di villaggio e dell’artista, offrendo un rifugio, un messaggio alternativo all’oppressione e alla guerra e un’occasione, anche per uomini di colore e in regime di apartheid, di coltivare il proprio talento. L’ingiustizia e le dolorose vicende politiche della Namibia sono altri temi centrali delle stampe, che utilizzano un linguaggio espressivo assolutamente unico: per la scelta di accompagnare le immagini con testi descrittivi e di commento, a volte brevi a volte molto lunghi, e per l’uso di dicotomie che giocano tra bianco e nero, essenzialità di linee ed estrema ricchezza nelle rappresentazioni, soggetti femminili e maschili, ambientazioni domestiche e scene di lavoro. Maufangejo ha dedicato molti anni della sua vita ad insegnare. Oggi la sua eredità in Namibia è raccolta da un centro artistico a lui dedicato, nell’intento di realizzare il suo sogno: dare la possibilità a giovani artisti africani di vivere della propria arte.