Dalle Filippine ad Haiti, dall’Africa fino all’Amazzonia: c’è grande preoccupazione per le notizie che arrivano dai missionari sull’avanzata dell’epidemia anche nelle aree più povere del mondo. E la Fondazione Pime apre il «Fondo S140 Emergenza Coronavirus nel mondo»
«I maggiori ospedali di Manila hanno già informato che non accettano più pazienti Covid19. Non hanno più posti. Ogni giorno c’è gente che chiede aiuto per il cibo. E siamo solo agli inizi». Il racconto arriva da padre Simone Caelli, missionario del Pime a Paranaque, nell’estrema periferia della capitale filippina. Ma è solo uno dei tanti che destano preoccupazione in queste ore all’Ufficio Aiuto Missioni del Pime, che – chiusa la sede milanese – continua a lavorare da casa a sostegno dei missionari dell’istituto presenti in 19 Paesi del mondo. Dall’Africa ad Haiti, dall’India all’Amazzonia – dove a Manaus si è registrato il primo morto per Coronavirus -, si moltiplicano i racconti di come l’epidemia che sta mettendo alle corde l’Italia è ormai arrivata anche nelle periferie del mondo.
E proprio per questo il Pime ha deciso oggi di lanciare un’iniziativa straordinaria, che intende rispondere alla pandemie guardando anche ai bisogni di chi si trova ad affrontarlo in realtà dove la terapia intensiva molto semplicemente non è mai esistita.
«Siamo tutti molto preoccupati per quanto sta accadendo in Italia con l’emergenza Coronavirus – scrive la Fondazione Pime Onlus in un messaggio inviato a tutti i propri amici -. Ma la giusta solidarietà verso chi è in prima linea nel nostro Paese non deve chiuderci gli occhi sul fatto che questa epidemia terribile è ormai arrivata in tutti i Paesi del mondo. Compresi quelli dove operano i nostri missionari, dove spesso mancano anche quei servizi essenziali che sono così importanti per fermare la diffusione del contagio o curarne i primi sintomi».
Di qui la scelta di lanciare il Fondo di emergenza S140 – EMERGENZA CORONAVIRUS NEL MONDO chiedendo aiuto ai propri benefattori. Con le offerte raccolte i missionari andranno a promuovere sui loro territori interventi per evitare che la malattia abbia effetti ancora più dirompenti nelle periferie del mondo. «Perché questa pandemia – spiegano ancora i missionari – ci sta insegnando che se ne può uscire solo prendendosi cura gli uni degli altri. Senza dimenticare chi già oggi si trova ad affrontarla con ancora meno risorse di noi».
All’iniziativa è possibile contribuire direttamente on line o attraverso le consuete modalità di versamento alla Fondazione Pime.