Che cos’è la Jinde Charities, l’organizzazione cattolica cinese che ha fatto arrivare mascherine e altri materiali alla Caritas Ambrosiana, in Vaticano e nelle Marche nel segno dell’amicizia inaugurata da Matteo Ricci tanti secoli fa. Già a gennaio il fondatore padre John Baptst Zhang Shijiang dall’Hebei ci scriveva: «Oggi non posso pensare ad altro che al Covid19»
Nei giorni scorsi sono arrivate presso il centro logistico della Caritas Ambrosiana 100mila mascherine e altri aiuti sanitari (guanti, gel igienizzanti e camici). Materiale ancora introvabili in Italia, un vero fallimento da parte delle nostre autorità. A mandare le attrezzature sanitarie dalla Cina è stata Jinde Charities, la rete caritativa espressione della Chiesa cattolica della Repubblica popolare cinese. Nelle prossime settimane il materiale sanitario sarà distribuito ad operatori e volontari impegnati nelle mense per i poveri, dormitori, centri diurni per disabili, residenze per anziani gestite dalla Caritas Ambrosiana. Nelle settimane precedenti Jinde Charities aveva già inviato una considerevole quantità di mascherine e altro materiale sanitario in Vaticano e altre comunità cattoliche in Italia.
Jinde è, per semplificare, quanto in Cina più si avvicina alla Caritas. È stata fondata nel 1997 da John Baptist Zhang Shijiang, un presbitero molto conosciuto in Cina e in altri Paesi per il suo straordinario impegno per lo sviluppo delle opere sociali e di catechesi nel grande paese asiatico.
La sua organizzazione ha sede centrale nella città di Shijiazhuang (Hebei), ed è impegnata sia sul fronte delle emergenze umanitarie (come i terremoti e questo contagio) che su progetti a favore dei poveri, di malati e disabili, e di chiunque si trovi in necessità.
Nel 1991 padre Zhang aveva fondato la Hebei Faith Press, per la stampa di sussidi per la vita dei cristiani. Stampa tuttora il settimanale cattolico Faith weekly, che raggiunge tanti cattolici in tutto il Paese. Nel settimanale appaiono notizie per la formazione dei fedeli, e circa la vita della chiesa in Cina e nel mondo.
Nel 2001 ha fondato anche il Faith Institute for Cultural Studies, che promuove pubblicazioni e convegni su temi cattolici. Padre Zhang ha un notevole carisma e charme personale, che gli permette di portare avanti i suoi progetti in un contesto non facile, in cui bisogna sapere negoziare, mediare e agire all’occorrenza con fermezza o con senso di adattamento. Parla un ottimo inglese, e le organizzazioni internazionali cattoliche, in particolare in Europa, sostengono il suo sforzo, rassicurati dal suo impegno e credibilità, e dai sui risultati.
Conosco padre John Baptist dal 1995. L’incontro avvenne nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù di Manila, nelle Filippine. Una delegazione di cattolici dalla Cina vi aveva potuto partecipare, ed era la prima volta. Ma il giovane padre Zhang era già a Manila per studi teologici. Ci siamo incontrati tante altre volte, in Europa, in Cina e a Hong Kong. Ricordo un’importante riunione a Roma dove, tanti anni fa, presentò alla Caritas Internazionale il suo progetto di ‘Caritas’ in Cina. Gli ho scritto circa due mesi fa, per invitarlo presso la Villa Cagnola di Varese per un convegno sulla ‘salute’ in Cina previsto per novembre 2020. Mi ha risposto con queste parole, che mi avevano molto colpito: «Dal 25 gennaio scorso, il capodanno cinese, i due gruppi di Jinde Charities e di Faith Press ed io personalmente siamo impegnati giorno e notte nella lotta contro il Covid 19. Assistiamo i presbiteri, le religiose e i fedeli contagiati, e offriamo aiuto nelle aree colpite dall’epidemia. Per il momento, e per un lungo tempo ancora, non credo di aver tempo per pensare ad altro».
Padre Zhang, dopo essere stato in prima linea in Cina, non si è riposato: ha dato vita ad una complessissima operazione per far giungere in Italia quanti più aiuti possibili.
Anche i presbiteri e religiosi cinesi operanti in Italia si sono attivati per sostenere gli italiani. Padre Giovanni Battista Sun Xuyi del Centro studi Matteo Ricci di Macerata, si è attivato, coordinandosi con padre Zhang, per far arrivare nelle tribolate Marche materiale sanitario, incluso le richiestissime tute e occhiali anti-contagio. Questo materiale è costato una cifra enorme, completamente pagata dai cattolici cinesi delle province di Shanxi, Fujian, Guangdong, Hebei, Jiangxi e Hunan, e delle città di Shanghai e di Hong Kong. Insomma quasi tutta la Cina si è mobilitata per l’Italia. Il comunicato del 2 aprile del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi afferma: «Abbiamo ricevuto 800 tute protettive e 200 occhiali per il nostro ospedale, 135.200 mascherine per il Comune di Macerata, l’Ospedale, la Caritas, i Carabinieri, la Prefettura, l’Anfass, la Croce Rossa, l’Ordine dei Medici, le Parrocchie ed altre strutture caritative e di assistenza alla popolazione. (…) È un piccolo miracolo della carità, realizzato da tante persone di buona volontà e certamente per l’intercessione di padre Matteo Ricci che siamo certi ci sta aiutando dal cielo a vivere questo momento difficile».
Nella scorsa settimana la numerosa comunità monastica Piccola Famiglia dell’Assunta di Montetauro (Rimini), che accoglie monaci, monache e persone disabili, è stata purtroppo visitata dal virus. Grazie agli amici cinesi ospitati nella stessa comunità, è stato possibile attivare un immediato aiuto per affrontare questo momento di grande difficoltà forniti di materiale protettivo.
Come abbiamo già scritto tempo fa, cattolici di Hong Kong hanno fornito di materiale protettivo la comunità del seminario del Pime di Monza, che le ha distribuiti ad altre case del Pime, a medici di famiglia, a presbiteri e comunità religiose della zona di Monza.