A Skardu sulle montagne del Karakorum gli archeologi dell’università del Baltistan hanno scoperto una grande croce in marmo che testimonia un’antichissima presenza cristiana nella regione
Un migliaio di anni fa nell’area della città di Skardu, sulle montagne del nord del Pakistan, doveva esistere una comunità cristiana. È la conclusione che ha tratto un gruppo di archeologi della locale Università del Baltistan dalla scoperta inaspettata di una grande croce in pietra in questa regione ai piedi del Karakorum.
Il ritrovamento è stato annunciato ufficialmente domenica scorsa: la croce – delle dimensioni di oltre due metri e intagliata in una pietra marmorea – è riaffiorata in un’area che si trova a circa due chilometri di distanza dal campo base utilizzato dagli alpinisti per salire al K2, che con i suoi 8609 metri è la seconda vetta più alta del mondo. A un primo esame gli archeologi ritengono che la sua realizzazione possa risalire a mille anni fa; nel modo in cui è scolpita hanno infatti riscontrato influenze della tradizione di buddhista. L’ipotesi è dunque che a Skardu – città che esisteva già almeno 1500 anni fa – vi fosse una comunità convertitasi al cristianesimo in un contesto buddhista, prima dell’arrivo dell’islam in quest’area.
Se questa datazione fosse confermata la croce di Skardu rappresenterebbe la più antica traccia del cristianesimo sulle montagne del Pakistan. E come ci sarebbe arrivato fino ai piedi del K2? L’ipotesi più verosimile è che sia anche questo il frutto della grande opera di evangelizzazione compiuta dalla Chiesa d’Oriente, i grandi missionari del primo millennio in Asia come ampiamente raccontato da Philip Jenkins nel libro «La storia perduta del cristianesimo» (Editrice Emi). È infatti alla predicazione di monaci nestoriani che si fa risalire la nascita delle comunità cristiane nel cuore della Cina (testimoniate dalla celebre stele di Xi’an) ma anche in tante altre regioni dell’Asia Centrale. Una prima diffusione del Vangelo in gran parte soffocata nei secoli successivi, con la grande eccezione dell’India dove le Chiese di rito malabarico e malankarese – conosciute come «i cristiani di san Tommaso» – si rifanno entrambe a questa stessa tradizione assira.