Nella capitale del Camerun alla chiesa di San Blaise – dove svolgono il proprio ministero i missionari del Pime – i seminaristi e quattro cori locali hanno portato la loro testimonianza in occasione della Giornata in cui la Chiesa pone al centro la missione ad gentes
Il 18 ottobre 2020 si è tenuta la Giornata missionaria mondiale. Una giornata particolare per la Chiesa perché è un’occasione straordinaria per rendere grazie a Dio per tutto ciò che ha realizzato con il suo Santo Spirito tramite i missionari presenti in ogni parte del mondo per annunciare a tutti i popoli la sua Buona Novella. Di fronte a questa importantissima giornata, la parrocchia san Blaise di Mvog-Ebanda a Yaoundé (Camerun), dove lavorano i padri Rino Porcellato e Carlo Scapin, non ha voluto rimanere indifferente. Perciò due serate sono state organizzate per fare capire a tutti l’importanza di vivere e di pregare per le missioni.
La prima si è tenuta venerdì 16 ottobre: si è trattato di un concerto di musica religiosa. A questo concerto erano presenti 3 cori della parrocchia e soprattutto la rimarchevole presenza del coro dei seminaristi del Seminario Filosofico Pime Venerabile Angelo Ramazzotti di Yaoundé in presenza di tanti parrocchiani, amici e famigliari. Questa serata è stata particolarmente bella perché ognuno dei quattro cori presenti tramite i canti, ci hanno permesso di esprimere con le voci e nelle danze la nostra gioia di partecipare e pregare per le missioni. Insieme ai canti ci sono stati anche momenti di preghiera e di lettura del messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale, di testi biblici e dell’omelia di papa Gregorio Magno su “La messe è molta, ma gli operai sono pochi”.
La seconda serata, sabato 17 ottobre, è stata caratterizzata dalle testimonianze vocazionali di quattro seminaristi del PIME sempre nella parrocchia San Blaise di Mvog-Ebanda. I seminaristi nella loro testimonianza ci hanno fatto capire che ogni persona è una storia sacra e soprattutto che Dio chiama chi vuole, quando vuole e dove vuole. Infatti il primo seminarista, Joseph Mekongo, un giovane di 30 anni (camerunese) lavorava in una fabbrica di bevande dove ricopriva un posto importante. Ma Dio l’ha trovato nel suo lavoro chiedendogli di lasciare tutto per la missione. Joseph – dopo lungo tempo di riflessione, di preghiere e di discernimento – ha deciso di lasciare tutto a causa di Cristo e del Vangelo e ha fatto liberamente la scelta di essere un missionario laico.
Il secondo seminarista che ha portato la sua testimonianza si chiama Antoine Bouyoy (camerunese), sta frequentando il secondo anno di filosofia. Se è vero che Antoine fin da bambino voleva essere sacerdote, bisogna riconoscere che le difficoltà della vita e soprattutto un insuccesso academico hanno fatto nascere in lui tanti dubbi e anche lo scoraggiamento per quanto riguarda la sua vocazione. Ma grazie all’aiuto della sua guida spirituale, padre Antonio Michielan del Pime, Antoine è riuscito a riprendersi e i suoi dubbi sono divenuti certezza solida: fare della sua vita un dono gradito a Dio.
La terza testimonianza è stata portata dal seminarista Sambu Nbali (Guinea-Bissau) che sta facendo l’anno di spiritualità. Della sua testimonianza possiamo ritenere che Dio chiama anche oggi i giovani che vogliono godersi al massimo la vita. Ma quando il tempo di Dio arriva, Lui stesso ci dà la forza di rinunciare a tutto a causa del Suo nome. Infine l’ultimo seminarista intervenuto si chiama Jean Adamo (camerunese) e frequenta il primo anno di filosofia. La sua storia ha toccato tutti. Nato e cresciuto in una famiglia poligama con 17 fratelli, aiutava suo padre nell’allevamento delle pecore; questa attività lo ha costretto a frequentare tardivamente la scuola; solo a 14 anni ha cominciato il percorso scolastico; Nonostante questo ritardo, Jean con volontà a riuscito a superare i diversi passi fino a conseguire la maturità e oggi è gioiosamente seminarista del Pime. La sua preghiera è di essere, a Dio piacendo, un giorno prete missionario di Cristo.
È importante sottolineare che durante questa serata il padre spirituale del seminario, padre Giuseppe Parietti, ha proposto un commento del messaggio di papa Francesco. Dopo la veglia in chiesa i seminaristi e i padri formatori, insieme con il parroco padre Rino, sono stati accolti in 9 famiglie per gruppi di due o tre, per condividere attorno alla mensa le loro esperienze, progetti e passione per la missione. Un’ora e mezza di comunione con tanti cristiani che vogliono essere tutti discepoli e missionari del Missionario del Padre.
Un grazie alla parrocchia che ci accolto e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere speciale questa 94e Giornata Missionaria Mondiale.
Seminarista Arsene Koutouan Tanoh, seconda teologia