OMBRE CINESI
L’insoddisfazione dei Paesi occidentali verso Pechino è diventata più evidente, ma cresce il supporto da Africa e Medio Oriente.
In questo 2020 che sta per chiudersi si sono verificati molti eventi inaspettati, che hanno portato il rapporto geopolitico tra la Cina e gli altri Paesi del mondo a un cambiamento significativo.
All’inizio dell’anno, il Coronavirus si è diffuso da Wuhan, nella regione centrale della Cina, al mondo. Il virus sta stroncando milioni di vite sulla Terra e sta costringendo tutti i governi a livello internazionale a trovare i modi per rispondere alla crisi causata dalla pandemia. Molti Paesi hanno accusato Pechino di aver nascosto la reale gravità della situazione all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a sua volta sospettata di collusione con la Cina.
Il governo degli Stati Uniti ha deciso di boicottare l’Oms trattenendone i finanziamenti, mentre un think tank francese ha accusato l’organizzazione di aver tenuto conto solo dei dati fuorvianti forniti dal governo cinese. Da parte sua il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha persino chiesto a Pechino di assumersi la responsabilità primaria della pandemia.
L’insoddisfazione dei Paesi occidentali verso la Cina sta diventando più evidente e la tensione nelle relazioni internazionali aumenta molto.
Mentre la pandemia non è ancora finita, il pugno di ferro nei confronti di Hong Kong arreca un danno persino maggiore alla Cina. Nel 2019 abbiamo assistito alla mobilitazione nella ex colonia britannica contro il disegno di legge anti-estradizione, mentre quest’anno il governo cinese ha imposto una specifica norma sulla sicurezza nazionale (National Security Law), aggirando il potere legislativo locale. La repressione del movimento democratico di Hong Kong ha costretto all’esilio dalla loro città madre diversi giovani attivisti.
Molti Paesi temono il maggiore intervento della Cina a Hong Kong e girano le spalle a Pechino. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha visitato cinque Nazioni europee alla fine di agosto, le quali hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione di Hong Kong. Gli Stati Uniti hanno persino approvato una legge che richiede al governo di imporre sanzioni contro i funzionari di Cina e Hong Kong considerati responsabili di violazioni dei diritti umani nella città.
Tuttavia, la Cina ha trovato sostenitori in Africa e Medio Oriente. Mentre, durante la 44esima riunione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, 27 Stati principalmente del cosiddetto “mondo occidentale” hanno criticato l’attuazione della National Security Law a Hong Kong, nello stesso incontro 53 Paesi dell’Africa e del Medio Oriente hanno sostenuto il governo cinese. Si tratta di nazioni coinvolte nella “Belt and Road Initiative”, nota anche come “Nuova via della seta”, un programma di sviluppo infrastrutturale globale adottato dal governo cinese nel 2013. Questo dimostra come la strategia diplomatica della Cina comunista stia funzionando.
Dopo la fine della guerra fredda nel XX secolo, l’attuale rapporto tra la Cina e il campo occidentale è diventata una nuova relazione bipolare globale. Assisteremo a un nuovo ordine internazionale? Aumenterà la tensione tra questi due grandi campi? Potremo vederlo dopo che la pandemia sarà passata, si spera nel 2021.
Chan Lok Shun
Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Hong Kong