È morto oggi a 65 anni mons. Tjephe che guidava la diocesi del capoluogo dello Stato Kayah. Cresciuto a Donoku – il villaggio del martirio del beato Cremonesi – era stato ordinato sacerdote da mons. Gobbato e aveva mantenuto vivo il legame con i missionari del Pime
Un grave lutto ha colpito oggi la comunità cattolica del Myanmar: all’ospedale di Loikaw – dove era ricoverato in gravi condizioni già da qualche giorno – è morto il vescovo di Loikaw, mons. Stephen Tjephe, 65 anni, da sei alla guida della diocesi del capoluogo dello Stato Kayah, uno di quelli dove più radicata è la presenza dei cattolici in Myanmar. Mons. Tjephe – che soffriva di diabete – era stato portato d’urgenza in ospedale per una crisi domenica 5 dicembre; entrato in coma non si è più ripreso.
La notizia della morte del vescovo Stephen è stata accolta con dolore dal Pime a cui era legato da una lunga amicizia, come tutta la diocesi di Loikaw, una Chiesa locale fondata proprio dai missionari dell’istituto nel loro lungo ministero segnato dalla dura prova delle espulsioni. Nato il 1 giugno 1955 nel villaggio di Shwe Da Zaung, mons. Tjephe era cresciuto a Donoku, la località birmana che proprio pochissimi anni prima – nel 1953 – era stata segnata dal martirio del beato Alfredo Cremonesi, missionario del Pime. E proprio a Donoku a ordinare sacerdote il giovane padre Stephen nel 1984 era stato l’allora arcivescovo di Taunggyi mons. Giovanni Battista Gobbato, missione del Pime in Birmania dal 1935 fino alla sua morte nel 1999.
Dopo il perfezionamento degli studi teologici a New York e nelle Filippine e alcuni anni di ministero pastorale in Myanmar, già nel 2009 padre Tjephe era stato chiamato ad affiancare come vescovo ausiliare mons. Sotero Phamo, il primo vescovo della nuova diocesi di Loikaw, istituita da Giovanni Paolo II staccando la regione abitata dalle popolazioni kayan dalla grande arcidiocesi di Taunggyi. Nel novembre 2014, infine, mons. Tjephe era stato chiamato ad assumere la guida della diocesi dopo la rinuncia di mons. Phamo per raggiunti limiti di età.
Proprio nel 2014 occasione per rinsaldare ulteriormente l’amicizia con il Pime era stata la storica beatificazione di padre Mario Vergara e del catechista locale Isidoro Ngei Ko Lat, uccisi insieme nel 1950, che proprio la diocesi di Loikaw aveva fortemente voluto, donando così il primo beato alla comunità cattolica del Myanmar. Per la celebrazione – avvenuta nel duomo di Aversa il 24 maggio 2014 – erano giunti in Italia entrambi, l’anziano vescovo Sotero Phamo e il più giovane Stephen Tjephe, guidando una delegazione di fedeli del Myanmar.
Ancora alcuni mesi fa il vescovo Tjephe aveva avuto modo di raccontare in un’intervista all’agenzia Fides la vitalità della comunità cattolica kayan. «Nel nostro stato in ogni villaggio si trova una cappella e molti sacerdoti birmani si sono formati qui, nei nostri centri religiosi», aveva spiegato. Ricordando anche che – nel difficile contesto dei rapporti tra il governo di Yangon e le minoranze del Myanmar – «la Chiesa cattolica ha avuto e ha tuttora un ruolo importante nel processo di pace. E possiamo dire con soddisfazione che nello Stato Kayah il cessate-il-fuoco regge ormai da anni e senza nessun episodio di violenza».