La Chiesa giapponese piange l’arcivescovo che ha guidato l’arcidiocesi della capitale per 17 anni. Dopo la rinuncia per raggiunti limiti di età nel 2017 aveva continuato a svolgere il suo ministero come sacerdote in una parrocchia di Tokyo
La piccola comunità cattolica del Giappone piange in queste ore la morte dell’arcivescovo emerito di Tokyo, monsignor Peter Takeo Okada. Il presule, che aveva 79 anni, è deceduto venerdì pomeriggio all’età di 79 anni per una forma di tumore che gli era stata diagnosticata qualche mese fa e ha avuto un decorso molto rapido. Fino agli ultimi giorni è rimasto attivo, scrivendo sul suo blog e sulla sua pagina Facebook.
Nato a Ichikawa ne 1941, al cattolicesimo era approdato da giovane ricevendo il battesimo a 22 anni. Entrato in seminario padre Peter era stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Tokyo nel 1973. Nel 1991 Giovanni Paolo II l’aveva chiamato a guidare la diocesi di Urawa e durante questo mandato era stato eletto già un prima volta presidente della Conferenza episcopale giapponese. Nel 2000 la nomina ad arcivescovo di Tokyo, come successore del cardinale Peter Seiichi Shirayanagi. Nel suo lungo ministero ha avuto modo di essere vicino in tante occasioni ai missionari del Pime presenti in Giappone.
Il successore sulla cattedra di Tokyo, mons. Tarcisio Isao Kikuchi, ha raccontato in queste ore la sincera amicizia con cui nel 2017 lo aveva accolto al momento del congedo dalla guida dell’arcidiocesi. E lo ha ringraziato per il modo in cui in questi anni ha continuato con generosità il suo ministero pastorale in una delle parrocchie della grande metropoli.
A causa delle restrizioni imposte anche in Giappone dalla nuova ondata di casi di Coronavirus ai funerali dell’arcivescovo Peter Takeo Okada, mercoledì 23 dicembre, potranno partecipare solo i sacerdoti. In questi giorni però i fedeli potranno rendere omaggio singolarmente alla camere ardente, allestita nella cattedrale di Tokyo.