Il Perù e l’Argentina piangono il vescovo salesiano Marcelo Angiolo Melani, originario di Firenze, che dopo aver lasciato la guida della diocesi di Neuquén nel 2019 aveva accolto l’invito del Sinodo per andare missionario nel vicariato apostolico di Pucallpa
L’Amazzonia ha bisogno di missionari, aveva detto il Sinodo indetto da papa Francesco nel 2019. E lui quell’invito l’aveva accolto in prima persona: il salesiano Marcelo Angiolo Melani, vescovo emerito di Nequén in Argentina, a 81 anni aveva scelto di ripartire. Proprio come quando nel 1971, un anno dopo l’ordinazione sacerdotale, aveva lasciato l’Italia per cominciare il suo apostolato in Argentina. Si era messo al servizio del vicariato apostolico di Pucallpa, il capoluogo della regione di Ucayali, nell’Amazzonia peruviana, nell’ambito della spedizione missionaria salesiana organizzata in occasione del Sinodo. “La vita cristiana è una vita missionaria, non abbiamo paura di percorrerla. Con Gesù tutto è possibile”, aveva spiegato.
Meno di un anno e mezzo dopo il Covid-19 ha portato via anche questo missionario italiano da tanti anni ormai donato all’America Latina. E’ morto mercoledì proprio in questo angolo dell’Amazzonia doveva aveva scelto di donare anche gli ultimi anni della sua vita. E il suo è un nome che si unisce a quelli dei tanti missionari che – in queste settimane in cui la pandemia è tornata a colpire in maniera molto pesante anche in Asia, in Africa e in America Latina – stanno condividendo il Calvario dei poveri abbandonati senza alcuna difesa a fare i conti con il virus.
Mons. Melani era nato a Firenze il 15 settembre 1938. Emessa la prima professione religiosa tra i salesiani nel 1962 era stato ordinato sacerdote a Torino nel 1970 dal cardinale Michele Pellegrino. L’anno dopo era partito per l’Argentina dove aveva svolto il suo ministero come missionario in Patagonia. Nel 1993 Giovanni Paolo II lo aveva nominato vescovo coadiutore di Viedma, trasferendolo poi nel 2002 alla sede di Nequén, che aveva guidato fino al 2011. “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” era stato il suo motto episcopale.
In questo anno e mezzo trascorso in Perù si era messo a disposizione di tutti svolgendo il suo ministero di sacerdote nella cattedrale di Pucallpa, nel collegio don Bosco e in due parrocchie del vicariato.
“Caro Marcelo – hanno scritto i salesiani del Perù commentando la sua morte – hai vissuto intensamente il tuo motto, hai servito e ti sei donato generosamente al tuo popolo, hai dato tutto. Il tuo cuore missionario riposa in pace, ma il tuo esempio e la tua testimonianza continueranno a vivere in mezzo a noi, come chiaro segno e luminoso dell’amore che Dio ha per noi. Riposa in pace!”.