Il Pime piange la morte improvvisa di un altro suo missionario, questa volta nelle Filippine: padre Brambilla, 78 anni, a lungo missionario a Sirawai. La diocesi di Dipolog: “Non dimenticheremo mai la sua grande generosità”
Un nuovo lutto improvviso ha colpito i missionari del Pime, questa volta nelle Filippine. Ieri a Paranaque, la casa dell’istituto nell’area metropolitana di Manila, è morto padre Alessandro Brambilla, 78 anni, dal 1974 missionario nel Paese del grande arcipelago del sud-est asiatico. Padre Sandro da qualche giorno soffriva di un malessere, e visto il progressivo peggioramento, la dottoressa che lo seguiva aveva appena disposto il ricovero per una sospetta polmonite. Ma mentre era in ambulanza o forse appena giunto in ospedale, è improvvisamente mancato per un collasso. Solo oggi l’esito del tampone a cui nel frattempo era stato sottoposto ha confermato la positività al Covid-19.
Padre Brambilla era originario di Gorgonzola, in provincia di Milano, dove era nato il 29 marzo 1943. Compiuti i tre anni di studio di avviamento professionale industriale a Melzo, aveva lavorato per cinque anni prima di entrare nel Seminario del Pime. Era stato ordinato sacerdote dal cardinale Giovanni Colombo il 28 giugno 1973. Destinato alle Filippine l’anno successivo aveva subito raggiunto Mindanao, la grande isola del Sud. Nel 1977 era stato però trasferito alla parrocchia di San Paolo a Tondo, la comunità della grande baraccopoli di Manila con una popolazione di più di 50mila persone dove svolgevano il loro ministero i missionari del Pime in anni difficili per il Paese. Padre Sandro fu l’ultimo missionario dell’istituto a Tondo e fu con lui che avvenne la consegna di questa comunità all’arcidiocesi di Manila.
Dopo quel servizio delicato il Pime lo richiamò per qualche anno in Italia come amministratore al Centro missionario di Milano. Nel 1986 – poi – la nuova partenza, questa volta per la missione di Sirawai, nella diocesi di Dipolog a Mindanao. Ed è al servizio della parrocchia del Santo Nino in questa città a maggioranza musulmana che padre Sandro ha dedicato la maggior parte dei suoi anni di apostolato, in un contesto difficile segnato dalla guerriglia indipendentista musulmana, dalle tensioni politiche e dal problema del taglio delle foreste. Quando nel 1993 – poco dopo il martirio di padre Salvatore Carzedda – venne richiamato nuovamente in Italia, questa volta con l’incarico di economo generale del Pime, obiettava: “Sirawai è un posto di gente che va e viene, la comunità stabile è formata solo da un gruppetto di fedeli, per cui la presenza del prete è veramente importante; in più adesso ci sono anche alcuni giovani che pensano di consacrarsi a Dio e hanno bisogno di essere seguiti. Io inoltre non ho nessun titolo di studio per assumere il ruolo di economo generale e soprattutto la responsabilità è tanta”.
Anche in quell’occasione, come aveva sempre fatto, padre Brambilla obbedì. Ma nel 1997, appena finito il suo mandato come economo, tornò subito a Siraway, rimettendosi al servizio della gente e della Chiesa locale. L’avrebbe lasciata solo nel 2014 quando sì trasferì a Paranaque, dove collaborava con la locale parrocchia di Maria Regina degli Apostoli, affidata ai missionari del Pime.
“Padre Brambilla non sarà mai dimenticato, per la sua consolante presenza e la generosità senza riserve con la quale ho sostenuto quanti volevano studiare”, ha scritto sulla sua pagina Facebook la diocesi di Dipolog alludendo al tanto bene seminato a Sirawai attraverso l’iniziativa del sostegno a distanza promosso con la Fondazione Pime.
Con la morte di padre Brambilla diventano 13 i missionari del Pime che hanno perso la vita a causa del Covid-19. Accanto ai padri anziani in Italia, quattro di loro hanno donato la vita in missione condividendo la sorte dei poveri in questa pandemia: padre Toninho e padre Raju in Brasile, dom Pedro Zilli in Guinea Bissau e ora padre Sandro nelle Filippine.