Frustati e respinti: che ne sarà dei migranti haitiani?

Frustati e respinti: che ne sarà dei migranti haitiani?

Le immagini dei migranti haitiani inseguiti e frustati dalla guardia di confine americana hanno fatto il giro del mondo e non possono non interpellarci nella Giornata mondiale delle migrazioni che la Chiesa celebra domenica 26 settembre.

 

Fino al secolo scorso, le stive delle barche cariche di migranti che dall’Europa arrivavano in America venivano accolte dalla silhouette maestosa e trionfante della Statua della Libertà. Oggi, nel 2021, al confine tra Messico e America, gli agenti della guardia di confine del Texas – in sella ai cavalli e con cappello a banda larga ben calato sulla fronte in stile cowboy dell’Old wild West – respingono a frustate i migranti haitiani che si avventurano oltre il Rio Grande per passare la frontiera in cerca chi di cibo, chi di accoglienza.

Le “scene orribili” – così le ha definite la vicepresidente Usa, Kamala Harris – del rodeo con esseri umani al posto dei vitelli hanno fatto il giro del web e hanno provocato le dure critiche da parte delle istituzioni. E pesano sulla coscienza dei credenti alla vigilia della 107.a Giornata mondiale delle migrazioni che la Chiesa celebra domani in tutto il mondo, riflettendo sul tema “Verso un noi sempre più grande” proposto da papa Francesco in continuità con la sua enciclica Fratelli tutti.

Il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha confermato che verrà aperta un’indagine per accertare quanto accaduto e definire in tempi brevi le azioni disciplinari da adottare; l’inviato speciale degli Stati Uniti per Haiti, l’ambasciatore Daniel Foote, si è dimesso dall’incarico spiegando di non voler essere associato alle “decisioni disumane” adottate nei confronti dei migranti.

Quel che è certo è che le 15mila persone, la maggior parte delle quali haitiane, che da giorni erano accampate in ripari di fortuna lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti non ci sono più. In questi giorni in tanti hanno dormito ammassati sotto il lungo ponte che separa le due nazioni. La mancanza di cibo e di condizioni igienico-sanitarie dignitose, avevano spinto gli sfollati a cercare viveri e fortuna nel Paese a stelle e strisce trovando invece violenza, insulti, dinieghi e detenzioni forzate da parte degli agenti della Border Patrol.

Ma che ne è stato delle migliaia di sfollati che popolavano il confine e che cercavano ogni giorno e disperatamente di fare la spola tra la Ciudad Acuña (Messico) e Del Rio (Usa)? Una buona parte sono già stati riportati ad Haiti: oltre 2000 sono già stati caricati su decine di voli di rimpatrio già effettuati, utilizzando le norme anti-Covid per non permettere loro nemmeno di avanzare la richiesta di asilo. Una fonte ufficiale anonima citata dal sito Politico spiega che 6 ulteriori voli sono in programma per oggi e altri 7 domani. Altre migliaia aspettano di conoscere la loro sorte nei Centri della polizia di frontiera o in altre sistemazioni di fortuna.

Il recente terremoto del 14 agosto e l’instabilità politica scaturita dopo che una serie di bande criminali ha preso il controllo di intere regioni, non hanno fatto altro che aggravare la situazione già instabile di Haiti. In molti hanno lasciato le proprie case e i propri villaggi a causa del sisma o spinti dalla povertà in costante crescita.

Intanto, nelle Chiese di tutto il mondo, domani (domenica 26 settembre) si celebra la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato riflettendo su un messaggio in cui papa Francesco scrive:. “Le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande”.