Missionarie dell’Immacolata, i 100 anni di suor Franca Nava

Missionarie dell’Immacolata, i 100 anni di suor Franca Nava

Già missionaria in Bangladesh, per tanti anni stretta collaboratrice di padre Piero Gheddo, è la prima tra le suore del Pime a raggiungere questo traguardo. Racconta: «Vivo giorno per giorno cercando di fare la volontà del Signore». La festa oggi presso la casa delle Missionarie dell’Immacolata a Monza

Oggi nella casa delle Missionarie dell’Immacolata a Monza spegne 100 candeline suor Franca Nava, la prima tra le suore del Pime a raggiungere questo traguardo. Una ricorrenza che ha celebrato questa mattina insieme alle consorelle e a tanti amici, con una celebrazione eucaristica che è stata presieduta dal superiore generale del Pime padre Ferruccio Brambillasca.

Suor Franca non nasconde la soddisfazione per questa tappa che la trova pienamente lucida, pronta a rispondere con una battuta alle domande di chi la interroga guardandola con meraviglia e forse anche con una certa invidia. “Mi sembra di avere ancora 20 anni: 100 non li dimostro. Ma non è merito mio – aggiunge subito -. Il Signore mi ha voluto bene anche se io sono stata un po’ birichina…”

 

Nata il 4 ottobre 1921 a Vimodrone suor Franca – che proprio da san Francesco che oggi si festeggia ha preso il nome – ha trascorso i primi anni della sua consacrazione come giovane infermiera in Bangladesh. “in Bangladesh – ricordava in questo articolo pubblicato su AsiaNews in occasione del viaggio di papa Francesco a Dhaka – avevano bisogno di 4 suore e per di più di un’infermiera. Era l’agosto 1948, arriva mons. Balconi (già superiore generale del Pime, che aveva ispirato la nascita della Congregazione femminile missionaria) e mi fa chiamare. Nessun preambolo, mi chiede: ‘Se ti si manda in missione hai paura di morire di Tbc?’. Rispondo: ‘Tutt’altro, l’unica paura è di non partire’. Nell’età giovanile non si fanno certi conti: morire a 28 anni o a 58 che differenza fa? ‘Ebbene, mi dice monsignore, se parti volentieri, il Signore ti aiuterà e resisterai”. Così infatti è avvenuto”.

Rientrata in Italia per problemi di salute nel 1973 le venne chiesto di collaborare con l’ufficio comunicazione al Centro Pime di Milano. Qui avrebbe poi lavorato per quasi 50 anni al fianco di padre Piero Gheddo, come sua segretaria diffondendo la passione per la missione che il missionario-giornalista aveva raccontato in tantissimi libri. “Da lui ho imparato la virtù della pazienza. Quando mi arrabbiavo per i ritardi e i grattacapi sul lavoro, lui mi ripeteva sempre: ‘Calma suor Franca, la missione ha tempi lunghi e le persone vanno ascoltate’. Ringrazio il Signore per tutte le persone che ho incontrato al Pime, per Elena che ha preso il mio posto di segretaria e ancora oggi mi rende partecipe di quel lavoro che era diventato la mia vita”.

“Ringrazio i miei nipoti ma soprattutto tutte le mie consorelle, le suore – aggiunge – che ieri e oggi hanno avuto tanta pazienza con me. Ora vivo giorno per giorno cercando di fare la Sua volontà. Ogni mattina Dio mi suggerisce quello che devo fare, ma in fondo sento che la risposta è sempre la stessa: cerca di essere più buona. Non mi manca niente, se non di incontrare il Signore, per sempre; ma so che Lui è presente ovunque e sento che quel momento sarà bello per me e per tutti”.