Una piazza a Palermo che ricordi Giovanni Lo Porto, il cooperante originario di Brancaccio rimasto ucciso in un’operazione condotta dagli Stati Uniti contro Al Qaeda. A chiederlo è un appello sul web, che in pochi giorni è stato firmato da quasi diecimila persone.
Era originario di Brancaccio, lo stesso quartiere di Palermo di padre Pino Puglisi. Il suo rapimento nel 2012 e poi la sua uccisione tre anni e mezzo più tardi durante un raid Usa hanno fatto conoscere a tutto il mondo la sua generosità e la sua professionalità. Ora una campagna online rivolta al sindaco di Palermao Leoluca Orlando chiede che una piazza della sua città porti il suo nome.
“È giusto che Palermo ricordi questo straordinario cooperante, nato da umile famiglia nel quartiere periferico di Brancaccio (quello di Padre Puglisi), che con le sue sole forze ha realizzato studi di gran livello, imparato sei lingue e lavorato infaticabilmente in molte zone calde in aiuto delle popolazioni locali”, scrive la promotrice della petizione Maria Teresa Marzilla.
Palermitano, Lo Porto aveva deciso di vivere da operatore umanitario. Dopo gli studi nel Regno Unito, fra la London Metropolitan University e la Thames Valley University, aveva lavorato come project manager per varie ong, fra cui ‘Gruppo Volontario Civile’ e Cesvi. Quindi era passato a collaborare con la ‘Welthungerhilfe’ (Aiuto alla fame nel mondo),un’organizzazione umanitaria tedesca creata nel 1962 sotto la protezione e il sostegno della Fao. Il 12 gennaio 2012 era stato sequestrato in Pakistan insieme al collega olandese Bernd Johannes nel distretto di Multan della provincia centro-occidentale pachistana del Punjab, dove lavorava a un progetto di sostegno alle popolazioni colpite dalle inondazioni.
Nel gennaio del 2014 i familiari avevano lanciato una petizione on-line per sollecitare il governo italiano a trovare una soluzione alla vicenda, petizione alla quale avevano aderito oltre 48mila persone.
Il caso Lo Porto era stato seguito con grande partecipazione da migliaia di utenti di Change.org, la piattaforma che ha lanciato l’appello, che aveva chiesto a gran voce la liberazione del cooperante. Richiesta che è purtroppo sfumata dopo la notizia della sua morte in un’operazione condotta dagli Stati Uniti contro Al Qaeda al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan, nel gennaio del 2015. In seguito, Pietro Barbieri del Forum nazionale del Terzo Settore aveva lanciato una campagna per chiedere l’istituzione di “una commissione di indagine ufficiale per accertare eventuali responsabilità del governo Italiano”.
Il testo completo della petizione di Maria Teresa per dedicare una piazza di Palermo a Giovanni Lo Porto si trova qui