In Brasile il nuovo vescovo di Colatina mons. Versiani Barbosa, per molti anni collaboratore del vescovo dei poveri dom Luciano Pedro Mendes de Almeida, ha compiuto il gesto nel giorno del suo insediamento dicendo: «Se c’è qualcuno con cui noi abbiamo un grande debito, sono i popoli indigeni»
Dom Lauro Sérgio Versiani Barbosa, 62 anni, lo scorso 2 febbraio ha iniziato il ministero episcopale come quarto vescovo della diocesi di Colatina, nello Stato di Spirito Santo (Brasile), con un gesto carico di simbolismo profetico. Con sorpresa per i presenti e per coloro che accompagnavano la cerimonia religiosa attraverso i mezzi di comunicazione, il neo vescovo si è inginocchiato dinanzi ad un rappresentante delle popolazioni indigene e gli ha baciato i piedi.
Sulle orme di dom Luciano Mendes
Nel primo messaggio inviato alla diocesi di Colatina, dom Lauro ha chiaramente detto: «Illumina il mio cammino ministeriale l’esempio del servo di Dio dom Luciano Pedro Mendes de Almeida, che mi ha ordinato diacono e presbitero nell’Arcidiocesi di Mariana». Per molti anni, infatti, è stato stretto collaboratore del vescovo gesuita, in America Latina conosciuto come «il vescovo dei poveri», che di notte circolava tra i mendicanti per coprirli con una coperta o alimentarli con una minestra calda (vedi qui). Nel 2014, quando si è dato inizio al processo diocesano della Causa di beatificazione e canonizzazione – ancora in corso nella fase romana – Versiani Barbosa ne è divenuto il postulatore.
Gesto profetico
«L’amore di Cristo ci spinge» (2Cor 5,14) è il motto episcopale scelto da dom Lauro il 27 ottobre dell’anno scorso, quando Papa Francesco l’ha nominato vescovo di Colatina. Non ha aspettato molto tempo per mettere in pratica quel programma di vita incontrato tra le pagine paoline. Il 2 febbraio, al termine della Messa di «presa di possesso canonico» si è scusato per non poter – come avrebbe desiderato – abbracciare i fedeli, a causa delle restrizioni dell’emergenza sanitaria Covid-19. Tuttavia, il vescovo Lauro ha chiamato un rappresentante delle popolazioni indigene del villaggio Pau Brasil in Aracruz presente alla cerimonia religiosa e gli ha detto: «Noi desideriamo essere la Chiesa sempre più fedele al Vangelo di Gesù. Una Chiesa povera nei suoi mezzi e per i poveri. E se c’è qualcuno con cui noi abbiamo un grande debito, sono i popoli indigeni». Senza aggiungere nulla, si è inginocchiato e gli ha baciato i piedi.
Chiesa incarnata
Il gesto con cui dom Lauro Sérgio V. Barbosa ha inaugurato il suo episcopato ci ricorda l’attualità della missione di liberazione e riconciliazione della Chiesa in Brasile, dove la vita delle popolazioni indigene continua ad essere minacciata e gli interessi di pochi ancora prevalgono sui diritti di molti, dei poveri. In un clima di forti polarizzazioni ideologiche e divisioni, quel bacio del neo vescovo di Colatina ci dice che, in Brasile e altrove, dobbiamo essere – come scriveva dom Luciano Mendes – una «Chiesa incarnata», cioè, «una Chiesa che ‘entra nella carne’, che assume la situazione più dolorosa dell’umanità».