Un nuovo progetto dell’editrice Emi punta a far conoscere, con taglio innovativo, le favole di continenti diversi raccolte dai missionari. E la biblioteca del Centro Pime di Milano inaugura una serie di letture per bambini sabato 18 febbraio, partendo da quelle dell’Asia
Storie dal mondo che raccontano ai bambini di oggi la saggezza di una cultura universale. Si intitola “Favole dei quattro continenti” il nuovo progetto della casa editrice missionaria Emi, che festeggia i 50 anni di attività. Un’avventura pensata per i più piccoli e inaugurata con la pubblicazione del primo volume, Asia (illustrazioni di Valentina Bongiovanni, pp. 64, euro 15), presentato nel contesto di un convegno su “Il ruolo socioculturale della favola: dallo spirito della tradizione alla funzione didattico-educativa”. Nel corso del 2023 usciranno poi i titoli dedicati ad America Latina e Oceania, mentre l’anno prossimo sarà il turno dell’Africa.
«Emi possiede un catalogo storico di oltre duemila titoli, vere e proprie perle che siamo chiamati a riattualizzare: penso alle fiabe che i missionari raccoglievano sul campo, per consegnarle al domani, per evitare che “culture senza storia” si ritrovassero a essere “culture senza un domani”», sottolineava già nel 2021 Marco Dotti, in concomitanza con la sua nomina a direttore editoriale. «La sfida dell’innovazione sarà quella di trovare abiti nuovi, coinvolgendo illustratori della nuova generazione ad esempio, per questi gioielli culturali, patrimonio unico al mondo: tracce di passato che diventino semi di futuro».
L’idea si è oggi concretizzata grazie alla collaborazione con il Museo d’arte cinese ed etnografico di Parma nel cui archivio sono stati ritrovati titoli di opere letterarie inventariate insieme ad alcuni vasi risalenti alla dinastia Ming: «Non tutti sanno che le favole tradizionali possono diventare pezzi di museo se archiviate come oggetti etnografici immateriali», spiega Chiara Allegri, vicedirettrice del Museo e responsabile del progetto. La partnership con Emi punta a valorizzare il lavoro di raccolta, trascrizione e traduzione di favole dei popoli extraeuropei portato avanti dai missionari.
Come punto di partenza, si è fatto riferimento all’operato dei padri saveriani Mario Riccò ed Ettore Fasolini che negli anni Ottanta avevano collaborato con Emi per la realizzazione della collana editoriale Favole dal mondo. In riferimento ai due missionari, padre Alfredo Turco, superiore dei saveriani per la Regione italiana, parla di «precursori dello storytelling» in grado di cogliere la virtù sociale della narrazione come atto comunicativo che abbatte le frontiere e arriva lontano. Ne è un esempio la favola di Cenerentola, che padre Riccò scoprì essere nata in Cina nell’ottavo secolo, ottocento anni prima che approdasse in Europa.
Una tradizione narrativa confluita nel progetto “Favole dei quattro continenti” in una veste nuova e contemporanea, sia dal punto di vista grafico che linguistico. L’obiettivo è donare queste storie «alla conoscenza del grande pubblico per far sì che grandi valori umani permeati di esperienza e tradizione possano ispirare nuove generazioni occidentali». Laddove l’operazione storica di trascrizione era stata merito dei missionari, ora il testimone “operativo” passa nelle mani di illustratrici contemporanee: «La dimensione artistica è stata affidata a quattro donne – continua Allegri -: se il grande lavoro di salvataggio e trascrizione dei racconti è stato responsabilità di un grande corpo missionario maschile, la controparte illustrativa è volutamente femminile». Nell’ottica di cogliere la sensibilità contemporanea, le illustrazioni coabitano con la parola, comunicano relazione interpretando nei colori e nelle linee il senso della storia.
L’iniziativa rappresenta anche l’occasione per riflettere sulla relazione tra innovazione e trasmissione di una tradizione. «Trasmettere significa riconfigurare, ossia far risorgere una relazione: per questo la trasmissione culturale implica una responsabilità nella scelta di quale patrimonio vogliamo donare in prospettiva», sottolinea Dotti. Pur nel contesto di una crisi materiale ed economica che ha coinvolto il settore dell’editoria negli ultimi anni (aggravata di recente dall’impennata dei prezzi della carta), il direttore editoriale sceglie di sottolineare la rilevanza dell’attuale crisi culturale: «È necessario ripensare all’impresa culturale come sapere artigianale in cui gli autori sono soggetti compartecipi del progetto e ne condividono il valore della trasmissione sociale».
Le “Favole dei quattro continenti” sono esempio di un’editoria concepita in questo senso, che valorizza la convergenza tra la dimensione relazionale che sottende l’oggetto libro e il valore sociale dello storytelling. Non solo. Le favole dimostrano come le distanze tra le culture siano inconsistenti nella dimensione del racconto. Secondo padre Mario Riccò, «il bisogno di comunicare è nato con la prima creatura umana. Anche le barriere del linguaggio, così come quelle dei mari, dei deserti e delle foreste, sono state superate: miti, leggende e favole, travalicando qualsiasi confine, passarono da un continente all’altro, di bocca in bocca e diventarono patrimonio comune».
Per questo motivo si amano le storie, perché varcano le frontiere, sfilacciano le linee di contorno, scavalcano i confini: sono connessioni di un’anima collettiva, qualcosa che ci lavora dentro e crea trasmissione agendo sul piano verticale della profondità e quello orizzontale del tempo.
AL PIME, LETTURE PER I PIÙ PICCOLI
La Biblioteca del Centro Pime di Milano ha inaugurato il nuovo progetto “Un baule di fiabe”: una volta al mese la sala lettura apre le porte ai bambini per una serie di letture animate. A ogni incontro una storia, per viaggiare in Paesi lontani e scoprire la meraviglia dietro ogni cultura. L’appuntamento per febbraio è sabato 18, alle 15.30, con una favola tratta proprio dal libro Asia della collana Emi dedicata alle “Favole dei quattro continenti”.
Info: bliblioteca@pimemilano.com