Ancora una volta, la Campagna di Fraternità dei vescovi brasiliani in occasione della Quaresima 2023 pone l’accento su una piaga che continua a colpire milioni di brasiliani: quella della fame
Per la terza volta la Chiesa brasiliana punta i riflettori sulla crudele piaga della fame: lo aveva già fatto nel 1975 e nel1985. In Brasile non vi è soltanto il folclore del carnevale e la buona fama del calcio. Purtroppo, in pieno secolo XXI ci sono milioni di uomini, donne e bambini che non hanno accesso a quel diritto umano fondamentale che è l’alimentazione. Manca il cibo? Assolutamente no. È risaputo che ogni anno il Brasile raggiunge altissimi livelli di produzione di mais, soia, grano, canna da zucchero e carne. Ciò che manca, in realtà, è autentica fraternità e, quindi, condivisione e giustizia. Dopo secoli di cristianesimo in questa terra, la forza rivoluzionaria del Vangelo fa ancora fatica a trasformare le strutture ingiuste che affligono la società brasiliana. La questione fondiaria, per esempio, con la mal distribuzione di terra è un problema ancora irrisolto. Così pure, poca o nessuna attenzione è data all’agricoltura familiare, dando priorità, invece politiche agricole di esportazione al servizio del sistema economico-finanziario. Sono solo alcune cause che si trovano alla radice del male della fame in Brasile.
La fame in Brasile
Secondo l’economista Ladislau Dowbor: «Che esista fame in Brasile è grottesco in termini economici ed è un crimine in termini etici». E noi aggiungiamo che è scandaloso in termini cristiani. Le ultime statistiche dicono che in questo Paese, la cui popolazione conta 211,7 milioni di abitanti, ci sono 125,2 milioni (58,1%) di persone che devono convivere con qualche grado di insicurezza alimentare e, tra questi, 33,1 milioni (15,5%) sono in situazione gravissima di fame. Solo nell’ultimo anno c’è stato un aumento di 14 milioni di affamati in Brasile. Dal punto di vista geografico, il flagello della fame si concentra, prevalentemente, nel Nord e Nord Est del Paese, dove quattro famiglie su dieci non hanno nulla da mangiare. Naturalmente, i numeri citati hanno volti, nomi e storie. I bambini, poi, sono le principali vittime, perchè la loro crescita, nonchè lo sviluppo fisico e cognitivo sono messi in serio pericolo per la mancanza di alimentazione sana, regolare e suficiente.
Pane per tutti
Dinanzi a questa triste realtà, i vescovi brasiliani ricordano alle comunità cristiane le parole di Gesù: «”Voi stessi date loro da mangiare” (Mt 14,16). Concretamente, si tratta, come ben delineato nell’obiettivo generale della Campagna di Fraternità, di «sensibilizzare la società e la Chiesa ad affrontare la piaga della fame, sofferta da una moltitudine di fratelli e sorelle, attraverso impegni che a partire dal Vangelo di Gesù Cristo trasformino questa realtà». Insomma, bisogna andare ben oltre l’assistenzialismo – nonostante in certi contesti questo sia necessario e unicamente possibile – e impegnarsi per un cambiamento di mentalità, di stili di vita e politiche pubbliche che garantiscano il «pane quotidiano» per tutti. In tal senso, i vescovi auspicano sollecitudine individuale, comunitaria e sociale, per non correre il rischio di sentirsi dire: «Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare» (Mt 25,42).
Solidarietà in movimento
La Campagna di Fraternità è appena iniziata con l’augurio della presidenza della Conferenza Episcopale brasiliana che «questa Quaresima possa essere vissuta con forte spirito di solidarietà. Possa il digiuno aprire i nostri cuori ai fratelli e alle sorelle che soffrono la fame. Si intensifichi la nostra solidarietà. Che sappiamo trovare soluzioni creative per vincere la fame, sia a livello più immediato, assistenziale, sia a livello di tutta la società». Dal Nord al Sud del Brasile, diocesi, parrocchie e gruppi di fedeli sono già in azione con momenti di preghiera, incontri formativi, iniziative di volontariato e attività di conscientizzazione che hanno in vista il superamento della fame.