A 150 anni dalla nascita della carmelitana di Lisieux patrona delle missioni, una mostra a Parigi ne indaga il messaggio e presenta le sue lettere ai missionari
«Donna, intellettuale e cercatrice di senso». È il profilo di santa Teresa di Lisieux (1873-1897), indagato da una mostra in corso fino all’8 aprile nella sede delle Missions Etrangers de Paris (Mep) in rue du Bac, nella capitale francese. L’iniziativa – che si inserisce tra le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita della santa carmelitana, proclamata da Pio XI nel 1927 patrona delle missioni – propone una serie di documenti inediti dell’Institut de recherche France-Asie (Irfa) e dell’Archivio del Carmelo di Lisieux che si concentrano sui rapporti tra Teresa e i missionari dei Mep.
La cornice è il messaggio universale della santa che attraverso questa mostra anche un’istituzione laica come l’Unesco intende celebrare, come portatrice di conoscenza e incontro tra i popoli. La prima parte della mostra si concentra proprio sul messaggio di amore di Teresa: per la sua famiglia, i suoi amici, i santi ma soprattutto per il Signore Gesù, con il quale si identifica completamente. Ma dal Carmelo di Lisieux Teresa amò profondamente anche gli uomini del suo tempo: dall’assassino Pranzini, protagonista di un efferato caso di cronaca che lei chiamava «il mio primo figlio», ai sacerdoti, alle sorelle carmelitane, fino al mondo lontano delle missioni. E poi amore per tutta l’umanità, manifestato anche dopo la sua morte nel 1897 con tante guarigioni e conversioni in tutto il mondo e la straordinaria diffusione del suo diario spirituale “Storia di un’anima”.
E proprio al rapporto tra Teresa e i missionari del Mep é dedicata un’altra parte della mostra. Centrale la figura di padre Adolphe Roulland (1870-1934), originario della diocesi di Bayeux-Lisieux, che nel 1896 mentre si apprestava a partire per la Cina fu spiritualmente associato dalla priora a Teresa: i due cominciarono una corrispondenza di 14 lettere, in cui la carmelitana si definisce «la piccola sorella di un missionario». Queste lettere sono esposte per la prima volta nella mostra insieme a una “palla” (un arredo liturgico, ndr) ricamata da Teresa per padre Roulland.
Nella corrispondenza la carmelitana parla anche di padre Théophane Vénard (1829-1861), missionario del Mep morto martire in Vietnam. Il sacerdote – che aveva lasciato numerose lettere ai suoi contemporanei – aveva colpito molto Teresa. Ed è sempre a padre Roulland che Teresa aveva confidato anche la sua possibile partenza per il Carmelo di Saigon; un progetto che il peggioramento delle sue condizioni di salute rese però impossibile. Il 6 settembre 1897 poté però ricevere in dono una reliquia di padre Vénard che tenne vicino a sé fino alla morte.