Dal Bangladesh la testimonianza di Kartik Roy, uno dei catecumeni che in questa Pasqua ha ricevuto il battesimo nella parrocchia di padre Belisario Ciro Montoya, sacerdote colombiano associato al Pime. «Ho visto che i cristiani si rispettano e si perdonano l’un l’altro e questo mi ha attirato. Oggi se non vado in chiesa sento che mi manca qualcosa»
Kartik Roy aveva sempre odiato i cristiani, perché pensava che l’induismo fosse l’unica vera religione. Ma le cose sono cambiate dopo aver incontrato nella diocesi di Rajshahi padre Belisario Ciro Montoya e la sua comunità. Tra le storie dei catecumeni asiatici che in questa Pasqua ricevono il battesimo, l’agenzia UCA News racconta anche quella di questo un giovane appena ventunenne del Bangladesh, avvicinatosi al cristianesimo proprio grazie alla testimonianza della comunità cristiana.
«Da indù, mi è sempre sembrato che la mia fosse la religione migliore. In passato odiavo cristiani e musulmani», racconta Roy. L’esperienza di vita all’interno di un villaggio cristiano gli ha però fatto gradualmente cambiare idea. Il punto di svolta è arrivato un anno fa, quando ha iniziato a occuparsi del giardino di mango nella parrocchia del “Re della Pace” a Chandpukur, a nord del distretto di Naogaon nella diocesi di Rajshahi. Lavorando come bracciante sul posto, Roy ha avuto spesso la possibilità di partecipare alla Messa. E proprio durante le celebrazioni, ha ascoltato più volte l’omelia di padre Belisario Ciro Montoya, un prete colombiano, missionario fidei donum associato al Pime, rimanendo colpito dalle sue parole.
Terminato il lavoro nel frutteto, Roy è però dovuto tornare a Dhaka in cerca di un nuovo impiego. Una volta nella capitale, ha espresso il desidero di poter continuare ad andare in chiesa, ma non è stato in grado di trovare una parrocchia nei pressi della sua abitazione. Così, all’inizio di quest’anno è tornato nel suo villaggio natale, Khakanda, nel distretto di Naogaon, dove ha iniziato a lavorare nel terreno della famiglia. Questo gli ha permesso di andare a messa ogni settimana: da quando si è avvicinato al cristianesimo, infatti, Roy ha sentito la necessità di rivolgersi a Dio quotidianamente, a differenza di quando professava l’induismo. «Se non vado in chiesa, mi sento come se mi mancasse qualcosa – ha spiegato il giovane -. Se partecipo alla messa, ascolto l’omelia e canto un inno, mi sento in pace».
In seguito alla sua richiesta, padre Montoya l’ha accompagnato al battesimo celebrato il 26 marzo insieme ad altri quattro catecumeni, una settimana prima della Domenica delle Palme. Roy ha così ricevuto il sacramento e ha cambiato il suo nome in Kartik Tobiath Roy. «Ho potuto vedere la vita dei cristiani da vicino – spiega Roy – hanno sane relazioni con gli altri, si rispettano e perdonano l’un l’altro, e i membri della Chiesa mostrano forte unità. Per questo ho pensato di voler far parte della loro comunità».
La parrocchia che frequenta a Chandpukur dista cinque chilometri dal suo villaggio, e Roy percorre la distanza in bicicletta ogni domenica per partecipare alla celebrazione dell’Eucarestia. Suo fratello maggiore, Ranjit Roy, che vive solo con lui dopo le morti del padre (nel 2007) e della madre (nel 2015), continua a professare la sua fede induista, ma si mostra aperto nei confronti della conversione del fratello minore. «Se lui è felice con la sua nuova fede, io non ho alcun problema», ha detto Ranjit.
Nella Veglia pasquale ieri altre dieci persone hanno ricevuto il battesimo, come ha spiegato padre Montoya a UCANews. Ha raccontato che i catecumeni attraversano un periodo di preparazione della durata di circa un anno, grazie all’aiuto di suore e catechisti. Più di un centinaio di catecumeni vengono battezzati in questa Pasqua in diverse chiese della diocesi di Rajshahi.