Interi villaggi distrutti, migliaia di persone che hanno perso tutto. La testimonianza e l’impegno di Caritas Marocco per le vittime del terremoto. Il supporto di Caritas internationalis e della Chiesa italiana che ha già stanziato 300 mila euro
«I bisogni sono enormi: cibo, vestiti, tende ed anche kit igienici e coperte per il freddo della notte. Vi sono interi villaggi distrutti». Così dichiara padre Oscar Arturo Padilla, direttore di Caritas Rabat, che ieri ha visitato Amizmiz, piccola città del Marocco, distante circa 50 chilometri da Marrakech, ed alcuni piccoli centri sulle montagne dell’area.
Poco dopo il sisma che ha colpito l’area centrale del Marocco nella notte di venerdì 8 settembre il sacerdote si è recato da Rabat a Marrakech, dove nella giornata di ieri si sono tenute una riunione di alcune Caritas parrocchiali ed una celebrazione presieduta nella Chiesa dei Martiri di Marrakech dal cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat e Presidente di Caritas Marocco.
Nel primo pomeriggio di ieri, una piccola delegazione Caritas guidata da padre Padilla ha visitato Amizmiz ed alcuni piccoli centri sulle montagne che è stato possibile raggiungere. «La visita è stata toccante, queste persone hanno perso tutto e temo ci vorranno dei mesi per ripristinare le loro vite». Dopo Amizmiz, la delegazione ha proseguito verso le montagne per arrivare a un piccolo villaggio sulle pendici della montagna, di circa 60 persone. Il terremoto ha provocato la caduta di massi che hanno bloccato la strada principale, ma gli abitanti hanno creato una via di accesso alternativa. «Appena ci hanno visto ci hanno abbracciato. Si sentivano completamente tagliati fuori. L’impotenza, la stanchezza e la preoccupazione erano chiari nei loro occhi. Tutte le case sono state distrutte dal terremoto. Alcuni hanno trovato qualche tenda per passare la notte, ma la fragilità delle tende che avrebbero dovuto ripararli era evidente».
La delegazione sta reperendo delle motociclette per raggiungere altre aree e villaggi cui non è possibile accedere con le automobili. Nelle prossime ore saranno inviati aiuti quali generatori, vestiti, kit di pronto soccorso, cibo, medicinali e tende.
Caritas Internationalis e il Segretariato Generale di Caritas per il Medio Oriente e il Nord Africa sono in costante contatto con i rappresentati di Caritas Marocco e la rete Caritas si sta mobilitando per fornire supporto e sostegno economico alla risposta umanitaria.
«Siamo profondamente vicini alle persone che hanno subito questo devastante terremoto. Sin dai primi momenti dopo il sisma, siamo stati in stretto contatto con i nostri colleghi di Caritas Marocco e ci stiamo muovendo rapidamente per fornire ciò di cui le persone hanno bisogno. Grazie a tutti coloro che sostengono il nostro lavoro. Non potremmo farlo senza di voi!», ha dichiarato il Segretario generale di Caritas Internationalis Alistair Dutton.
Anche la Caritas Ambrosiana si è mobilitata per una raccolta fondi, il cui ricavato sarà destinato a finanziare interventi d’urgenza, nel breve periodo, poi di riabilitazione e ricostruzione, nel medio e lungo periodo. Caritas ha scelto invece di non dare vita a raccolte dirette di aiuti materiali, e di non incoraggiarle – a meno che la richiesta non giunga dalle Caritas in Marocco –, per prevenire problemi e opacità nelle catene di distribuzione, ed evitare che beni provenienti dall’estero abbiano effetti depressivi sulle economie locali.
«Faremo sentire la nostra vicinanza – conferma Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – a comunità che hanno dovuto subire l’impatto di un evento naturale catastrofico, e che in molti casi già vivevano in contesti duri. Invitiamo anche cittadini e fedeli della diocesi di Milano a manifestare la loro generosa, fraterna solidarietà».
La Chiesa italiana, tramite la Conferenza episcopale, ha già stanziato 300 mila euro dai fondi 8xmille per gli aiuti immediati.