Cucire storie in Bangladesh

Cucire storie in Bangladesh

Sarà dedicata al Paese asiatico noto per lo sfruttamento dei lavoratori nelle aziende tessili la Campagna 2024 del Centro missionario Pime. Obbiettivo: creare occasioni di formazione e lavoro per i giovani e le donne

I primi missionari del Pime arrivarono in Bangladesh, allora Bengala indiano, nel 1855, a soli cinque anni dalla fondazione dell’Istituto. Sin dai suoi albori, la loro opera è stata orientata all’incontro, all’ascolto e al sostegno dei più bisognosi, in particolar modo bambini e giovani. «Andare incontro alle persone e condividere le loro vite è il bello della missione!», afferma padre Michele Brambilla, missionario del Pime nel Paese dal 2006 fino a pochi mesi fa. «Fin dall’inizio, una parte preponderante del nostro impegno consiste nel visitare i villaggi. Anche nei contesti urbani non trascuriamo mai le relazioni umane, l’amicizia con le famiglie, il supporto ai giovani che hanno bisogno di un consiglio o di aiuto materiale».
Negli anni le sfide che i nostri missionari sono stati costretti ad affrontare sono state molteplici e diverse; oggi quella più grande che li trova in prima linea è legata all’inserimento sociale e lavorativo dei giovani attraverso l’accoglienza, la formazione scolastica e umana e la sensibilizzazione e coscientizzazione sui loro diritti.
Quasi privo di risorse naturali, il Bangladesh sta affrontando un processo di industrializzazione selvaggia che ha generato gravi disuguaglianze: milioni di nuovi poveri vivono con 2,15 dollari al giorno, mentre è forte la disparità di opportunità di crescita tra città e aree rurali e tantissimi giovani, soprattutto donne, non hanno un impiego nonostante la crescita economica del Paese. Fra le cause della disoccupazione, la mancanza di un’adeguata istruzione e di opportunità per i ragazzi provenienti da contesti rurali. Molti di questi sono portati a emigrare in altri Paesi o a trasferirsi in città per cercare impiego, ma senza avere risorse economiche sufficienti per un alloggio o vivere dignitosamente.
Di fronte a questi bisogni, i nostri missionari sono a fianco di giovani e donne offrendo accoglienza, educazione, assistenza sanitaria e formazione tecnica e professionale. Il desiderio è offrire nuovi sbocchi lavorativi alle ragazze e ai ragazzi altrimenti destinati a restare confinati nella povertà o in meccanismi di sfruttamento. Da questa urgenza nasce la nuova Campagna del Centro Pime 2024 dedicata proprio al Bangladesh: S149 – Cucire storie, tessere relazioni. Formazione e lavoro per donne e giovani.

Oggi le missioni del Pime in Bangladesh sono localizzate in tre diocesi – Dinajpur, Rajshahi e Dhaka – e garantiscono sostegno e assistenza alle comunità attraverso iniziative di accoglienza, programmi sanitari, sociali, educativi e formativi: ostelli dedicati all’ospitalità di giovani provenienti da zone rurali che cercano alloggio nelle grandi città per avere più possibilità di accedere al mondo del lavoro; centri educativi per bambini di origine tribale che possono così ricevere un’adeguata istruzione ed educazione; programmi di sensibilizzazione sociale per ridurre le discriminazioni verso donne e persone fragili.
La Campagna S149 vuole promuovere la formazione professionale e l’inserimento sociale e lavorativo di donne e giovani in un momento storico che richiede un intervento mirato e urgente. «Scoprire la propria strada nella vita non è un’impresa facile. Non lo è in Bangladesh, per un giovane nato in un villaggio di campagna e in cerca di una chance nella grande città», racconta suor Annamaria Panza, missionaria dell’Immacolata per anni nel Paese. «Oggi sono in molti a proseguire gli studi e a voler abbandonare i campi, ma quali sono le alternative? Tantissimi si riversano a Dhaka per impiegarsi nelle fabbriche, ma si tratta di una vita durissima, in alloggi che sono buchi condivisi con altri, senza il sostegno che nonostante tutto il villaggio offre, per paghe basse e senza prospettive di una situazione stabile».
La Campagna “Cucire storie, tessere relazioni” nel suo titolo racchiude ciò che più desideriamo fare: cucire le storie dei giovani e delle giovani bengalesi, tessere relazioni umane durature e sane tra le comunità presso cui i nostri missionari operano, coltivare il cambiamento in un contesto che in Italia conosciamo solo marginalmente o abbiamo sentito nominare solo perché legato allo sfruttamento di manodopera delle grandi imprese tessili internazionali.
Quest’anno vogliamo tessere e cucire una storia che parla di questo Paese a 360°, scoprendone le peculiarità e cogliendo l’occasione per agire in maniera concreta a favore della fetta di popolazione che più necessita di un intervento: i giovani, affinché diventino loro stessi promotori di un futuro sviluppo della società a cui appartengono.

Tutte le aree del Centro Missionario saranno coinvolte in questa prospettiva. La Campagna S149 sarà rivolta alla promozione e al finanziamento di attività sia sul campo, attraverso l’operato dei nostri missionari, sia in Italia: dalla comunicazione attraverso i nostri media alla promozione degli eventi, dagli interventi educativi nelle scuole alle esposizioni al Museo Popoli e Culture, dall’animazione missionaria dei giovani alle letture proposte dalla Biblioteca.
In questo Santo Natale ti chiediamo di offrire il tuo sostegno ai giovani e alle donne bengalesi, alla loro formazione e al loro futuro.


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