Religiosa egiziana, suor Nabila Saleh ha vissuto 13 anni a Gaza. Negli ultimi mesi è stata rifugiata nella parrocchia latina insieme a 700 sfollati cristiani, sotto i bombardamenti e in condizioni umanitarie disperate, prendendosi cura dei più fragili. La sua testimonianza al Centro Pime di Milano, martedì 4 giugno alle ore 21
Religiosa della congregazione delle Rosary Sisters, l’unica autoctona della Terra Santa, suor Nabila è stata per molti anni direttrice della scuola privata più grande della Striscia, in cui 1.250 alunni, in maggioranza musulmani, imparavano i valori della convivenza e del pluralismo. «Ogni giorno piangiamo la morte di tanti nostri studenti e dei loro parenti. Erano giovani educati al dialogo, non erano fanatici, erano bravi ragazzi…». Dopo il violento riesplodere del conflitto tra Israele e Hamas, si è ritrovata nel mezzo dell’inferno: sotto i bombardamenti incessanti, senza acqua né elettricità, chiamata a prendersi cura di moltissime famiglie che hanno perso tutto e ostaggio del terrore. «Questa è la nostra missione: aiutare chi ha bisogno; dove altro potremmo andare?», dice.
Le famiglie locali conoscono e apprezzano suor Nabila e le sue consorelle da quando – alla fine degli anni Novanta – il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Yasser Arafat donò loro un terreno per costruire una scuola cattolica: «Stimava le Rosary Sisters ed era convinto che avremmo potuto contribuire allo sviluppo della Striscia», ricorda suor Saleh. In questi anni l’impegno delle religiose – il cui carisma è l’emancipazione dei giovani, e in particolare delle ragazze, a partire dall’istruzione – è stato fondamentale e, nel clima asfittico e spesso intollerante di Gaza, la scuola ha rappresentato un contesto aperto e plurale in cui gli allievi venivano educati al dialogo. Tra le priorità delle suore, che in queste settimane hanno ricevuto varie telefonate di sostegno dallo stesso Papa Francesco, anche la cura dei traumi di una generazione cresciuta in mezzo ai conflitti. E che oggi, tragicamente, è falcidiata da una violenza ancora più grande.
Suor Nabila porterà la sua testimonianza al Centro Pime di Milano, martedì 4 giugno alle ore 21. Insieme a lei ci saranno le sue consorelle suor Bertilla Murj e suor Martina Bader, giordane, che hanno operato nella Striscia per molti anni. Anche loro hanno condiviso con la comunità gazawi alcuni mesi di guerra. L’evento è organizzato in collaborazione con arcidiocesi di Milano, Associazione Elikya e Centro Culturale di Milano