Alcune testimonianze dalla Chiesa del Rio Grande do Sul, che in queste settimane ha vissuto l’emergenza causata dalle piogge torrenziali che hanno provocato più di 170 morti. La Gioventù Missionaria in prima linea nei soccorsi e nella solidarietà. I vescovi: «Una luce nella notte oscura»
Nelle scorse settimane il mondo ha seguito la tragedia climatica nello stato del Rio Grande do Sul (Brasile). Nel giro di pochi giorni più di 450 comuni sono stati invasi dall’acqua, a causa delle forti piogge. Quello che alcuni residenti hanno descritto come uno scenario di guerra, ha lasciato più di 170 morti e 90 dispersi ed ha colpito oltre 2,1 milioni di persone. Secondo gli ultimi bollettini della difesa civile, oltre 450 dei 497 comuni dello stato di Rio Grande do Sul, circa il 90%, sono stati colpiti dall’alluvione.
Chiese sott’acqua
Le piogge hanno daneggiato più di 30 chiese dei quattro vicariati dell’arcidiocesi della capitale, Porto Alegre. Secondo fonti ufficiali non si sa ancora calcolare il totale delle chiese allagate in tutto lo Stato.
Il religioso fra Juan Miguel Gutiérrez, parroco del Sacro Cuore di Gesù nella città di Canoas, afferma che tutte le 13 comunità che compongono la parrocchia sono sott’acqua, e racconta: «L’esperienza che ho vissuto a Canoas è stata un incubo molto difficile. Ancora oggi mi sveglio al mattino pensando che sono in mezzo all’acqua. È terribile dover vivere questa esperienza. Questi sono momenti di tristezza, angoscia e disperazione. La chiesa, la segreteria e la casa parrocchiale, tutto sott´acqua. Abbiamo perso tutto, ma non la fede, che ci dà la forza per ricominciare a ricostruire dopo che il livello d’acqua si sarà abbassato. In questo momento di dolore, ciò che ci conforta è la carità, la solidarietà e le preghiere dei fratelli che camminano».
Cristiani in uscita
Di fronte a questa grave situazione la solidarietà è entrata in azione. Centinaia di volontari hanno fatto la differenza, aiutando a salvare e ospitare le vittime e a raccogliere e distribuire generi alimentari, per non parlare della mobilitazione nazionale che si è generata per aiutare le città di Rio Grande do Sul.
Il vescovo di Canoas, mons. Juarez Albino Destro e i frati Natalino e Juan Miguel, hanno visitato i rifugi, portando una parola di conforto e speranza ai senzatetto. In una delle visite, ne hanno trovato uno che funzionava in una casa di famiglia: «È molto bello vedere il volto dei volontari che servono con gioia. C’è più gioia nel dare che nel ricevere» (Atti, 20,35), racconta uno di loro.
Il segretario regionale della CNBB (la Conferenza dei vescovi brasiliani), che conta 18 diocesi (tra cui 4 arcidiocesi) nel Rio Grande do Sul, p. Rogerio Ferraz, ha affermato che «da tutto il Brasile sentiamo il calore umano di fratelli e sorelle che si prendono cura e mobilitano comunità, parrocchie e diocesi per offrire ciò che possono a coloro che soffrono di più. La carità è un balsamo che conforta quanti sono nella tribolazione. Ciò che possiamo offrire sono le nostre preghiere al Signore per illuminare e premiare anche tanta generosità e amore».
La missionarietà del cristiano ci costruisce come Chiesa in uscita, afferma padre Camilo Pauletti, già direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Brasile (POM), dal 2010 al 2016, e oggi parroco della parrocchia Bambin Gesù, nel quartiere del Serrano, città di Caxias do Sul. «La situazione delle piogge, sia nello stato come nella cittá di Caxias do Sul è stata disperata, perché non c’era mai stata tanta acqua in così pochi giorni – racconta -. Molti gli alluvionati, i senzatetto, crolli delle case e morti, con grande ripercussione nei social. Tutto ciò ha fortemente sensibilizzato i nostri cristiani. Nelle comunità e nei gruppi sui social network hanno iniziato a mobilitarsi per accogliere, aprire saloni, palestre e motivare anche le persone per la solidarietà. Questo dall’inizio ha alleviato la sofferenza. Ora il sole è ritornato e così si può continuare a dare supporto a quanti sono stati colpiti».
Il protagonismo dei giovani
Il riconoscimento e il rispetto autentico per i doni e i talenti dei giovani sono un altro aspetto vitale di una Chiesa corresponsabile. In questo momento i giovani possono testimoniare la certezza che siamo tutti fratelli a partire dall’amore fraterno che viene dal Cristo, che vive, e la nostra speranza è la più bella gioventù del mondo (cfr. Christus Vivit n.1).
La Gioventù Missionaria della città di Bom Principio, sempre nel Rio Grande do Sul, coordina i giovani volontari, con la partecipazione di molti altri gruppi e movimenti giovanili, fornendo aiuti alle comunità colpite, portando con sé non solo rifornimenti materiali, ma anche uno spirito di compassione e sostegno emotivo. I giovani missionari hanno distribuito cibo, acqua potabile, vestiti e articoli di igiene. Inoltre, offrono il loro tempo in gruppi per la pulizia nelle case, rimuovendo il fango che aveva invaso gli spazi.
Secondo la giovane Thais Riedi, membro del gruppo, l’esperienza che la Gioventù Missionaria ha iniziato è stata un momento di unità e sostegno alle persone che più ne hanno bisogno.
«Il nostro gruppo di Gioventù Missionaria era piccolo – racconta -. Abbiamo iniziato a preparare le razioni per il pranzo durante gli allagamenti che avevano colpito la città ancora nel novembre 2023 e abbiamo comunicato queste azioni sui social network. Questo ci ha dato molta visibilità e la collaborazione con altri volontari è cresciuta. Oggi siamo a capo di un gruppo di volontari con più di 280 persone, con la responsabilità per preparare queste razioni per il pranzo, eseguire la pulizia volontaria delle case e l’organizzazione della ricezione di donazioni».
Anche i giovani del movimento dei Focolari nella città di San Leopoldo, nella regione metropolitana di Porto Alegre, hanno intrapreso alcune attività, e a loro si sono affiancati alcuni gruppi di studenti di medicina e infermieristica dell’Università avventista di Maringá (nello stato del Paranà), che aiutano nell’accompagnamento delle vittime. Oltre al lavoro intenso, si è creato un bellissimo rapporto di amicizia.
La giovane Adelina Prietto afferma che nella sua comunità nella città di Santa Maria, uno dei comuni più colpiti dalle inondazioni, lo sforzo dei membri dei Focolari per aiutare la comunità indigena di Kaingang che era rimasta isolata dalle piogge «è stata un’esperienza molto forte e dolorosa, per la molta tristezza notata, ma allo stesso tempo, anche la certezza incoraggiante che insieme siamo più forti».
Riconoscimento
La presidenza del Regionale Sul 3 della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB) ha pubblicato la lettera: “Gratitudine ai volontari di Rio Grande do Sul”. Nel documento, i vescovi affermano che, nonostante il flagello che ha colpito lo Stato, hanno percepito una grande «luce nel mezzo della notte oscura. È il lavoro svolto da numerose istituzioni governative, militari e civili. Le nostre comunità ecclesiali rimangono aperte per accogliere i senzatetto, confortare gli afflitti e soddisfare le esigenze che emergono. Come dice papa Francesco: siamo comunità simili agli ospedali di campo, che aiutano immediatamente coloro che ne hanno bisogno», affermano. «Che questa esperienza – concludono – possa rivestirci di speranza per affrontare le prossime sfide. Il ritmo sarà un altro, ma perseveriamo in questo impegno comune. In questo contesto, stiamo imparando che l’amicizia sociale è ‘la fraternità aperta, che ti consente di riconoscere, valorizzare ed amare tutte le persone, indipendentemente dalla loro vicinanza fisica, da qualunque punto della terra in cui ognuno è nato o abita» (Fratelli Tutti, 1).