De Foucauld: il Vangelo al di là delle frontiere

De Foucauld: il Vangelo al di là delle frontiere

Il 1° dicembre 2016 cadrà il centenario della morte di Charles de Foucauld. Per l’occasione la Chiesa di Algeria sta organizzando delle celebrazioni per ricordare l’esperienza di un uomo che resta una figura esemplare anche per il mondo d’oggi.

 

Non sarà solo l’anno della Misericordia per la Chiesa d’Algeria. Nei prossimi mesi infatti le diocesi del Paese vedranno susseguirsi una lunga fila di celebrazioni straordinarie perché – proprio nel 2016 – cade il centenario della morte di Charles de Foucauld, il padre missionario di buona famiglia  che – convertitosi alla religione cristiana dopo una gioventù turbolenta come ufficiale dell’esercito francese  – passò gran parte della sua vita come eremita nel deserto del Paese tra la popolazione berbera dei Tuareg.

 
L’anniversario cadrà precisamente il prossimo primo dicembre e per quella giornata è già stata organizzata una messa solenne alla presenza del cardinale burkinabè Philippe Ouedraogo, membro dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. Prima di allora, però, la Chiesa di Algeria ha preparato un intero anno di festa, inaugurato lo scorso 4 dicembre da una delegazione di sacerdoti della diocesi del Sud del Paese che si sono riuniti  presso la chiesa di El Meniaa (una città nella regione della Ghardaia) dove sono conservate le spoglie di Foucauld dal 1929. Qui è stata anche allestita una mostra permanente sulla vita del religioso francese; mentre un’esposizione itinerante sta girando vari luoghi nelle diocesi accompagnata da conferenze pensate per far conoscere meglio la figura di Foucauld e celebrare la sua memoria.

 
Per l’occasione i vescovi algerini hanno scritto una lettera ai fedeli sottolineando l’attualità dell’esperienza di Charles de Foucauld che «resta una figura esemplare per il nostro mondo e per la testimonianza del Vangelo». La storia della sua vita «continua a ispirarci nei contesti nei quali viviamo», perché ricorda «il principio della fratellanza universale aperta all’accoglienza di tutti indipendentemente dalle condizioni sociali, religiose o etniche». Secondo i monsignori, la forza del Foucauld è l’aver «rotto le barriere dell’appartenenza religiosa» ed essere diventato semplicemente «l’uomo di tutti» impegnato nella preghiera ma anche nell’aiuto dei più poveri tanto da arrivare a studiare una lingua straniera solo per entrare meglio in relazione con gli altri. Per questa sua opera di apostolato modernissima, che non a caso continua ancora oggi in una ventina di famiglie spirituali sue seguaci, il missionario beatificato nel 2005 da Benedetto XVI è veramente «un santo del nostro tempo» che può diventare per gli uomini del Duemila «una luce da seguire» per rispondere alle sfide del nostro tempo con l’imitazione del Vangelo al di là di tutte le frontiere.