Madre Elisa Martinez “sbarca” in Amazzonia

Madre Elisa Martinez “sbarca” in Amazzonia

È avvenuta oggi, 20 novembre, durante una solenne celebrazione eucaristica, la consegna della reliquia della beata madre Elisa Martinez alla Parrocchia Trasfigurazione del Signore, nell’arcidiocesi di Belém, in Brasile. E così la beata salentina continua ad «abbracciare tutte le creature sparse in tutti gli angoli della terra, specialmente le più bisognose ed emarginate»

Madre Elisa Martinez (1905-1991) “sbarca” in Amazzonia. Una reliquia ex ossibus della beata salentina, fondatrice della congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca, è stata donata dalla superiora generale Madre Ilaria Nicolardi alla Parrocchia Trasfigurazione del Signore, nell’arcidiocesi di Belém, nello stato brasiliano del Pará. La richiesta è partita dal parroco padre Augusto Bozani Müller dopo aver letto un articolo pubblicato sul sito di Mondo e Missione in occasione della beatificazione di Madre Elisa, avvenuta il 25 giugno 2023. Per celebrare il XXV anniversario della sua parrocchia, che sorge nell’estrema periferia della grande arcidiocesi amazzonica, padre Augusto ha pensato di proporre ai suoi fedeli la santità e il coraggio missionario della beata Elisa Martinez. Preceduta da due incontri di formazione: uno sull’Esortazione apostolica di Papa Francesco Gaudete et Exsultate sulla vocazione alla santità e l’altro sulla vita e gli scritti di Madre Martinez, la consegna della reliquia è avvenuta mercoledì 20 novembre, durante una solenne celebrazione eucaristica.

Il segreto della beata Elisa Martinez fu l’umiltà appresa da Maria. Non le bastava aver dato un nome mariano alla sua congregazione e ancor meno si sentiva soddistatta con l’aver scelto un abito mariano per le sue suore. Voleva veramente che lo spirito della Madre di Gesù forgiasse la sua vita e quella della famiglia religiosa da lei fondata. Ecco perchè, come Maria, anche Madre Elisa «in fretta si mise in viaggio verso la regione montagnosa» (Lc 1,39) con il desiderio di farsi “samaritana” per lenire le sofferenze dei fratelli. Questo desiderio nasceva dall’amore di Dio sperimentato più volte nella propria storia, sopratutto quando i fallimenti diventarono pane quotidiano. Sofferenze fisiche, infatti, furono all’ordine del giorno sin dalla sua giovane età. Ma, anche calunnie, persecuzioni e umiliazioni non mancarono mai. Nella fede Madre Elisa incontrò il coraggio per non arrendersi, anzi per donarsi ancor di più e diffondere il carisma che il Signore le aveva dato, affinchè a nessuno mancasse la gioia di sentirsi amato da Dio. La fede la tradusse in opere: case-famiglia per madri nubili, centri di educazione infantile, strutture per l’accoglieza di bambini abbandonati e per i figli dei migranti, volle anche la presenza della sua congregazione negli ospedali accanto ai malati, nei lebbrosari e nelle case di reclusione. Quando morì, l’8 febbraio 1991, lasciò alla Chiesa 600 religiose in 55 comunità sparse in 8 Paesi del mondo.

In un certo modo, con l’arrivo della reliquia di Madre Elisa nell’Amazzonia brasiliana, continua a realizzarsi il desiderio che la beata salentina aveva più volte espresso in vita: «Come vorrei dilatare il mio cuore per abbracciare tutte le creature sparse in tutti gli angoli della terra, specialmente le più bisognose ed emarginate». Le Figlie di Santa Maria di Leuca – oggi 630 religiose – sono presenti in 11 Paesi del mondo, ma non ancora in Brasile. La loro fondatrice, però, vi ha già messo piede, e il suo esempio di amore agli ultimi potrà fare molto bene, in un contesto dove violenza, ingiustizie e forti disuguaglianze sociali sfidano l’annuncio del Vangelo. Come scrive Madre Ilaria Nicolardi nel suo messaggio alla comunità della Trasfigurazione, «Madre Elisa aveva fatto della sua vita un abbraccio infinito capace di accogliere tutti i piccoli del Vangelo, avendo come unico principio la carità di Dio, e nonostante questo le facesse onore, ha saputo trascorrere l’intera vita nell’umiltà e nel nascondimento. È un esempio per ogni uomo e ogni donna del nostro tempo, un tempo nel quale i “piccoli del Vangelo” sono tanti e hanno bisogno dell’aiuto di tutti».

L’arrivo della reliquia di Madre Elisa Martinez in Amazzonia ci spinge a dire che, accanto ai grandi progetti pastorali, certamente utili e necessari per l’evangelizzazione, dovremmo recuperare il contatto con quei fratelli e sorelle che la Chiesa ci indica come modelli sicuri per non perdere la gioia del Vangelo. Forse, il culto ai beati e ai santi potrebbe essere una ottima opportunità per imparare a vivere come discepoli e discepole del Regno nel quotidiano e risvegliare in noi quello spirito missionario che ci spinge a prendere il largo a partire dalla Parola del Signore. È ciò che auguriamo alla comunità amazzonica che accoglie la beata Elisa Martinez come suo nuovo e prezioso membro.