A Najaf, la città irachena dove sono conservate le spoglie dell’imam Alì e dove ha sede la più alta autorità religiosa dei musulmani sciiti, sono stati ritrovati dei resti di un’antica chiesa cristiana. Dei reperti scomodi per gli integralisti, che rivelano un passato religioso dimenticato.
La «sacralità» di Najaf, città irachena considerata santa del mondo musulmano sciiti, rischia di essere messa in discussione dal team di archeologi che la scorsa settimana hanno ritrovato resti di un’antica chiesa cristiana non lontano dalla grande moschea e dal Wadi-al-Salam, che ospita le salme di molti profeti.
Si tratterebbe, secondo quanto dimostrato finora dagli scavi iniziati nel 2008, della più antica chiesa in Iraq, risalente all’anno 270. Già nel 2012, gli studiosi avevano trovato rovine di un monastero cristiano databile a circa 1700 anni fa e legato alla figura del monaco Abdul-Masih bin-Boqila, poi sepolto in loco.
Tutte tracce che dimostrerebbero una predominanza cronologica del Cristianesimo sull’Islam proprio nella città simbolo per il mondo sciita. Najaf, infatti, è una delle mete di pellegrinaggio più gettonate nel mondo islamico, subito dopo Medina e La Mecca per numero di visitatori. La «città santa» da 700 anni ospita infatti le spoglie del califfo Alì, considerato dagli sciiti il primo imam della storia, ed è attualmente centro politico della Shi’a in Iraq.
Nella città, proprio in quanto considerata venerabile, rappresentazioni e simboli che fanno riferimento ad altre religioni sono proibiti, nonostante un gruppo di attivisti, accademici e volontari stiano pensando di dare vita a un movimento proprio per preservare questa eredità, oggi mal tollerata dai gruppi religiosi integralisti. Esattamente il contrario di quanto accadeva secoli fa quando, come i reperti stanno confermando, Islam e cristianesimo convissero nella stessa area per un lungo periodo, nonostante oggi – dopo l’invasione del 2003 e l’ascesa dell’Isis – la regione sembri di monopolio musulmano.
Nella provincia di Najaf, in realtà, erano già stati rinvenute tracce del passaggio cristiano in ben 30 siti archeologici realizzati da spedizioni di ricercatori tedeschi, americani e promosse dallo stesso Istituto d’Antichità della città. Già allora le scoperte vennero tenute in ombra per ragioni ideologiche, ma la notizia del ritrovamento della chiesa cristiana di Najaf ha senz’altro una portata maggiore dei precedenti perché, secondo quanto documentato dagli archeologi, potrebbe trasformare Najaf da città santa islamica a uno dei più antichi centri cristiani del mondo, cambiando radicalmente i connotati del sito religioso.