“Chi ha fatto i miei vestiti?”. Parte da questa semplice domanda una campagna che chiede più diritti per i lavoratori del tessile. Dal 18 al 24 aprile una settimana per sensibilizzare le aziende della moda.
In Bangladesh, il 24 aprile 2013, 1133 operai del tessile persero la vita sotto le macerie del Rana Plaza, un edificio commerciale di otto piani a Savar, nei sobborghi della capitale Dhaka. Il tragico avvenimento, il più grave nella storia dell’industria tessile, ha richiamato l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori lungo la filiera produttiva dei vestiti a basso costo commercializzati in tutto il mondo.
A volte basterebbe chiedersi “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Proprio a partire da questa domanda una rete di organizzazioni di tutto il mondo promuove dal 18 al 24 aprile la Fashion Revolution Week, una campagna che invita in consumatori a chiedere alle industrie e al mondo della moda maggiore trasparenza durante tutta la filiera fino al consumatore finale.
Durante la settimana, in 86 Paesi del mondo, si succederanno eventi e iniziative per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare filiere trasparenti, etiche e giuste. Ad essere coinvolti saranno tutti coloro che operano nel mondo della moda, dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti.
La campagna invita i consumatori a partecipare sui social media, indossando gli abiti al contrario, con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media (Facebook, Twitter, Instagram) con l’hashtag #WhoMadeMyClothes, taggando i grandi marchi della moda e condividendo le loro risposte.
La Fashion Revolution Week nasce in Gran Bretagna per ricordare l’anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka e in Italia è sostenuta dalla rete del commercio equo e solidale Altromercato. A Milano, capitale della moda, prenderà ufficialmente avvio lunedì 18 aprile – in Piazza San Fedele 1/3 alle ore 18.00 – con la performance teatrale di Tiziana Di Masi, che nei suoi spettacoli affronta i grandi temi della nostra società e in questa occasione parlerà di moda contraffatta. Saranno inoltre presenti info point dedicati a realtà virtuose nel campo della moda etica e dell’innovazione, tra cui Auteurs du Monde.
L’obiettivo è promuovere una maggiore consapevolezza. Dietro quello che indossiamo ci sono delle persone, e, a volte, dietro prezzi di vendita molto bassi ci sono condizioni disumane di lavoro, com’è stato ampiamente documentato dalla stampa e dalle organizzazioni non governative.
“Vogliamo creare, soprattutto nei giovani, una maggiore consapevolezza riguardo le abitudini e l’impatto che i nostri acquisti hanno sulla società e sull’ambiente – afferma Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. Solo quando il consumatore finale esigerà trasparenza e comportamenti etici dalle aziende da cui acquista si potrà vedere un cambiamento profondo, dettato dalla domanda del mercato per prodotti sempre più sostenibili”.
Qui il sito della campagna con tutte le informazioni per partecipare: www.fashionrevolution.org