Dal successo all’Expo a un corso di “afro-food” per profughi. Luis Miguel, in arte chef Kitaba, dopo aver cucinato per il padiglione dell’Angola lo scorso anno, trasmette ora la sua arte a un gruppo di profughi
La cucina nel segno dell’accoglienza e della costruzione di nuove professionalità di alto livello. È l’idea alla base di un corso di cucina africana avviato il 7 giugno a Milano. Protagonista il giovane Luis Miguel, meglio conosciuto come chef Kitaba, uno degli chef emergenti più importanti dell’Africa. Lo scorso anno aveva spopolato al Padiglione dell’Angola, uno dei più interessanti – da tutti i punti di vista, compreso quello culinario – di Expo 2015.
Chef Kitaba, che è già piuttosto conosciuto anche in Italia – ed è stato già protagonista di show cooking in Rai, assieme a diversi chef stellati italiani e internazionali – si è lanciato ora anche in un progetto sociale, in collaborazione con Emanuela Vita, sociologa, con alle spalle, pure lei, un’esperienza in Expo, come responsabile dei cluster.
Il progetto, denominato Afro-food and culture, prevede attività di ristorazione di alta cucina africana, realizzate da una “squadra” di richiedenti asilo, ospitati in centri di accoglienza e seguiti dalle cooperative Coop Lotta e Plorcs. I 21 profughi hanno un’età compresa tra 18 e 25 anni e provengono da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Peru, El Salvador, Nigeria, Marocco, Ghana.
La parte iniziale del progetto consiste in un corso per operatore della ristorazione, organizzato da Boston Group e finanziato dalla Regione Lombardia nell’ambito del programma “Garanzia Giovani”.
Il corso si chiude con una settimana dedicata alla cucina internazionale dei giovani migranti: dal 27 giugno al primo luglio, i frequentati avranno modo di mettersi in gioco nella preparazione dei piatti tipici del proprio Paese, che saranno serviti in Biofficina, cooperativa sociale, bottega bio e bistrot, che si trova in via Signorelli 13. E poi ancora cene gustosissime tutti i giovedì di luglio, a cominciare dal 14 luglio.
Per informazioni: Emanuela Vita, vita.emmanuela@gmail.com