Il governo saudita annuncia che in occasione dell’Hajj – l’annuale grande pellegrinaggio alla Mecca in programma quest’anno a settembre – i fedeli indosseranno un braccialetto elettronico con Gps, informazioni anagrafiche e visto di ingresso. Ufficialmente è «per offrire un migliore servizio», ma suona molto come una misura di controllo
Spunta anche il braccialetto elettronico nella già tormentata preparazione dell’Hajj, il grande pellegrinaggio alla Mecca che quest’anno è in calendario tra il 9 e il 14 settembre. Mentre infatti continua lo scontro tra Riyad e Teheran – con gli iraniani fermi sul boicottaggio del viaggio ai Luoghi Santi dopo i morti dell’anno scorso per la calca nell’area di Mina (ottimo pretesto per un ulteriore fronte di scontro tra due Paesi che si stanno combattendo per procura in Siria, in Iraq e nello Yemen) – dall’Arabia Saudita arriva la notizia di un accessorio un po’ particolare che dovrebbe fare il suo debutto quest’anno sotto l’ihrâm, l’abito sacro bianco indossato dai pellegrini.
Stando infatti a quanto riferisce il sito saudita di informazione in lingua inglese Arab News il ministero responsabile per i pellegrinaggi alla Mecca avrebbe annunciato ufficialmente l’adozione del sistema del braccialetto elettronico per una rapida identificazione dei pellegrini. Il sito internet fornisce l’infografica che abbiamo riprodotto qui sopra per mostrare la novità e il suo utilizzo. E cita le parole del sottosegretario Eisa Mohammad Rawas, secondo cui il dispositivo mira a «permettere al governo e agli operatori privati di fornire un servizio migliore ai pellegrini, compresi quelli che si perdono, gli anziani e quanti non parlano arabo». Oltre ai dati anagrafici il braccialetto elettronico del pellegrino – si dice – conterrà informazioni di servizio sulla Mecca, Medina e i Luoghi Santi e segnerà gli orari della preghiera, indicando ai fedeli anche il giusto orientamento. Sarà ovviamente «gratuito, leggero e anche resistente all’acqua».
Non sfugge però a nessuno che un braccialetto del genere è anche un potentissimo strumento di controllo: non a caso si precisa che tra i dati che conterrà ci saranno anche il numero di passaporto, il valico di ingresso in Arabia Saudita e la durata del visto. E qualsiasi agente della sicurezza sarà in grado di controllali visualizzandoli semplicemente sul proprio smartphone. È difficile pensare che sia solo una coincidenza il fatto che questo dispositivo venga adottato mentre l’intera regione del Medio Oriente è scosso da conflitti sanguinosi e attentati. E in un momento in cui anche all’interno del regno degli al Saud le tensioni covano più o meno sottotraccia.