Appello di Francesco anche alla governatrice dell’Oklahoma per fermare l’esecuzione fissata per oggi. Questa lettera era stata inviata già prima del viaggio negli Stati Uniti
Non appelli e gesti simbolici, ma un’attenzione caso per caso rivolta a salvare singole vite umane. A poche ore dall’appello per Kelly Gissendaner (come era facile aspettarsi) spunta fuori una seconda lettera di papa Francesco, questa volta con l’intenzione di fermare l’esecuzione di Richard Glossip, il detenuto la cui esecuzione è stata fissata per oggi alle 15 ora locale (le 22 in Italia).
Come nel caso di Kelly Gissendaner – la donna della Georgia uccisa con l’iniezione letale questa notte – l’invito del Papa a non procedere con l’esecuzione è contenuto in una lettera firmata dal nunzio apostolico negli Stati Uniti mons. Carlo Maria Viganò. Questa lettera – indirizzata alla governatrice dell’Oklahoma, Mary Fallin – porta però la data del 19 settembre scorso e dunque è stata scritta prima del viaggio negli Stati Uniti e delle parole pronunciate al Congresso. Anche per questo il riferimento del magistero citato sono le parole di Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae, in cui si dice che i casi in cui è moralmente ammissibile il ricorso alla pena di morte sono quelli in cui la società non abbia altri mezzi per difendersi, casi oggi «praticamente inesistenti».
«Insieme a papa Francesco – scrive il nunzio Viganò – credo che la commutazione della sentenza per il signor Glossip offrirebbe una più chiara testimonianza del valore e della dignità della vita di ogni persona e contribuirebbe a costruire una società più consapevole della misericordia di Dio che si riversa su tutti noi».
Dalla data del fax risulta che la governatrice Fallin abbia in mano questa lettera già da dieci giorni. Per il momento però anche questa esecuzione – che riguarda un detenuto che si proclama innocente e si basa sulla sola testimonianza dell’esecutore materiale di un omicidio, che indicando Glossip come mandante ha ottenuto l’ergastolo al posto della pena di morte – resta confermata. Gli avvocati del detenuto stanno tentando in queste la possibilità di riaprire il caso alla Corte Suprema federale di Washington, anche per via del verdetto risicato che in Oklahoma ha respinto la richiesta di nuove indagini sull’attendibilità del teste.
Da parte sua sister Helen Prejean, la religiosa resa nota dal film Dead Man Walking, è già nel carcere di McAlester dove ha dichiarato che starà al fianco di Glossip fino all’ultimo.