La monaca buddhista che canta per le donne

La monaca buddhista che canta per le donne

Ani Choying Drolma ammira madre Teresa di Calcutta e con i proventi dei suoi concerti ha aperto una scuola, un ospedale e un asilo in Nepal

 

Berlino, 19 maggio 2008. Il Dalai Lama è in visita in Germania e davanti alla Porta di Brandeburgo una donna canta Amazing Grace, un inno cristiano di commovente bellezza, che risale al Settecento. Il canto è in inglese, ma lei prima lo intona in tibetano. È una monaca buddhista nepalese, si chiama Ani Choying Drolma (se volete ascoltarlo, lo trovate a questo indirizzo).

In Germania Drolma ci è tornata anche nel 2016, partecipando a un concerto di gala dell’Unicef, di cui è ambasciatrice. Il prossimo anno, festeggerà vent’anni di carriera da musicista e cantante, che l’hanno vista protagonista di concerti internazionali negli Stati Uniti, Hong Kong e in vari Paesi europei. Dopo il suo primo album, pubblicato nel 1998, ne sono seguiti numerosi altri. La voce di Ani (che significa “sorella”) Choying fonde con sonorità moderne i tradizionali canti buddhisti, che si recitano per pregare (il suo sito è questo).

Perché mai una monaca buddhista, nata 45 anni fa a Kathmandu in seno alla comunità tibetana di esuli, si è tramutata in una sorta di rockstar internazionale, con oltre 400 mila followers su Facebook? «Quando è uscito il mio primo cd», ha dichiarato, «mi sono resa conto che la gente amava la mia voce, e che potevo anche guadagnarci. È stata una vera sorpresa per me. Finalmente avrei potuto realizzare il mio sogno: aprire una scuola a Kathmandu per le novizie».

Questo desiderio di sorella Drolma affonda le radici nella sua storia personale, che ha raccontato nella sua autobiografia (pubblicata anche in italiano). Da piccola, era una bambina esuberante, amante della musica e della danza. Il Nepal di allora, come quello di oggi, è un Paese dove i diritti delle donne sono formalmente riconosciuti, ma continuano a esistere matrimoni precoci per le bambine, che portano all’interruzione degli studi e alla condanna a una vita fatta solo di duro lavoro domestico. Il padre di Drolma era un uomo violento e all’età di 13 anni, dopo aver subito un’aggressione, la ragazzina fugge di casa con il consenso della madre, trovando rifugio nel monastero buddhista di Nagi Gompa. È un’oasi di pace dopo l’inferno familiare. Drolma si dedica agli studi e alla preghiera con il suo maestro spirituale, ma il suo temperamento curioso la porta a imparare l’inglese, leggendo libri nel monastero e parlando con i turisti. La giovane novizia conserva la passione per il canto e la musicalità, che aveva da piccola.

Nel 1994, il chitarrista americano Steve Tibbetts è a Kathmandu e si imbatte nella voce talentuosa di sorella Drolma, poco più che ventenne. Ne scaturisce una collaborazione, che porta all’uscita del primo album, “Cho”, e al primo concerto a Minneapolis. Nel contempo, Ani Choying inizia a riflettere sulle differenze di genere della società nepalese. Un mondo che tuttora, in certe aree, arriva a bandire le donne dai villaggi durante il periodo mestruale, perché ritenute impure.

La giovane religiosa pensa soprattutto alla condizione che la tocca più da vicino, quella delle monache buddhiste. «Mi sono sempre chiesta perché i monaci potessero ricevere un’istruzione adeguata, negata invece alle religiose. Grazie allo studio, i monaci possono insegnare alla gente e aiutarla: perché alle monache, invece, non è concesso?», ha raccontato Drolma in una recente intervista.

Il buddhismo, nei suoi testi classici, non è sessista, ma è un dato di fatto che in tanti monasteri gli uomini raggiungono livelli superiori di istruzione, mentre le donne ricevono solo un’educazione di base, per poi essere destinate a lavori domestici e di assistenza. Con i soldi guadagnati da musicista, Ani Choying nel 2000 apre Arya Tara School a Kathmandu, destinata ad accogliere un’ottantina di monache dai 5 ai 27 anni. Qui le ragazzine ricevono un’istruzione che comprende lo studio dei testi sacri e della pittura dei thangka (i dipinti tradizionali buddhisti), ma imparano anche inglese, matematica, informatica e sociologia.

L’impegno di sorella Drolma, che è un’ammiratrice di madre Teresa, non si ferma qui. Quando sua madre muore per un problema renale, la giovane capisce che la gente comune non ha un’assistenza medica adeguata di fronte a questa malattia. Nel 2009, la sua fondazione finanzia l’apertura di un ospedale specializzato nella cura delle patologie renali. Poi, dal 2013, in collaborazione con la svizzera Astrid Beseler, ha creato un asilo per i figli di madri single, la Aarya Tara Pre-school. Attualmente la struttura accoglie 15 bambini indigenti dai 2 anni in su, che possono ricevere un’educazione e dedicarsi ai giochi, mentre le mamme sono intente a lavorare. È stata poi avviata un’agenzia turistica gestita dalle monache, che consente di apprezzare un modo diverso di fare turismo a Kathmandu, scoprendo la spiritualità buddhista.

Saranno gocce nel mare dei tanti problemi che ha il Nepal, ma l’impegno di Ani Choying dimostra che anche la musica può toccare il cuore della gente e diventare strumento di cambiamento. «Il mio sogno? Che ogni donna abbia libertà di vita e di scelta, e che possa realizzare il proprio potenziale». Parole dal tono femminista, che non ci aspetterebbe forse da una monaca, ma che sono in linea con il pensiero dell’attuale Dalai Lama, che ha incoraggiato e rivalutato la presenza femminile nei ranghi monastici.