Rinviata a lungo per paura di mutamenti negli equilibri politici tra le diverse comunità, scatta l’ora del censimento, il primo dal 1998. Che sancirà il Pakistan come sesto Paese più popoloso al mondo con quasi 200 milioni di abitanti ed è atteso con speranza anche dai cristiani
Da mercoledì 15 marzo scatta in Pakistan l’operazione censimento: 119 mila funzionari – coadiuvati da 200 mila militari – raccoglieranno i dati sulla composizione demografica del Paese. L’operazione andrà avanti fino al 25 maggio e i primi risultati sono attesi per la fine di luglio. Sio tratta di un passaggio molto delicato per il Paese dove – nonostante la legge preveda la cadenza decennale per i censimenti – non si tengono rilevazioni ufficiali dal 1998. In quell’occasione il dato fotografò a quota 134,7 milioni gli abitanti, mentre oggi le stime dell’Onu parlano ormai di una cifra vicina ai 200 milioni, che fanno del Pakistan il sesto Paese più popoloso al mondo.
Il ritardo di quasi dieci anni nell’indizione del censimento è legato a motivazioni politiche: negli ultimi decenni gli equilibri demografici tra le diverse regioni del Pakistan sono profondamente cambiati: l’esodo massiccio dalle campagne verso le metropoli ha mutato la distribuzione della popolazione. Riconoscerlo ufficialmente richiederebbe dunque anche una modifica delle circoscrizioni elettorali, sulla base delle quali vengono eletti i deputati all’Assemblea nazionale. Ma questo passo è fortemente osteggiato dai grandi proprietari terrieri delle province del Sindh e del Punjab, che rischierebbero di perdere peso politico con un minor numero di deputati eletti nei loro collegi nelle elezioni politiche in programma per il prossimo anno.
C’è poi la questione aperta dei due milioni di rifugiati afghani che si stima siano tuttora presenti entro i confini del Paese. C’è molta incertezza su come verranno realmente censiti, dal momento che dopo decenni di presenza in alcune aree sono ormai indistinguibili dal resto della popolazione. In Baluchistan, in particolare, l’etnia locale dei baluchi osteggia il censimento perché teme di ritrovarsi minoranza rispetto ai pashtoun, l’etnia a cui appartengono i profughi afghani.
Ma il censimento sarà anche l’occasione per un dato aggiornato sulla consistenza della minoranza cristiana in Pakistan: le stime ufficiali parlano di tre milioni di persone, ma le Chiese sostengono che in realtà sia ormai un dato ampiamente sottostimato. Un conteggio equo anche in questo caso avrebbe un significato importante, dal momento che i dati del censimento sono quelli di riferimento per la distribuzione delle risorse nelle politiche sociali.
Da segnalare infine che per la prima volta anche in questo popoloso Paese musulmano nel censimento farà la sua irruzione la questione del gender. Sul questionario vi saranno infatti tre opzioni per il genere: uomini, donne e transessuali.