Riyad annuncia la presenza della ragazza pakistana al vertice di sabato col presidente Usa in Arabia Saudita. Ma la Fondazione Malala smentisce: sarà a scuola
«Nelle sue due giornate in Arabia Saudita il presidente degli Stati Uniti parteciperà anche a Tweeps 2017 un evento dedicato a Twitter. E tra le persone che incontrerà, oltre al creatore del social network Jack Dorsey, ci sarà anche Malala Yousafzai».
La notizia lanciata questa mattina dal quotidiano saudita Arab News era ghiotta e molto funzionale alle aspettative di Riyad su questo viaggio: Trump in Arabia Saudita incontrerà la ragazzina pakistana ferita gravemente dai talebani per il suo impegno in favore dell’istruzione delle bambine. Violenza che non l’ha comunque fermata; anzi, oggi è diventata un simbolo ancora più forte, al punto da essere insignita nel 2014 del Premio Nobel per la pace.
Quale testimonial migliore per scrollarsi di dosso un’immagine retrograda e per far passare l’idea che il vertice di Riyad sarà una grande occasione di dialogo con l’islam (anziché – molto più prosaicamente – l’ennesima prova di muscoli contro l’Iran con il varo di quella a Washington viene ormai chiamata apertamente la Nato araba)?
Solo che c’è un piccolo dettaglio: Malala non ha alcuna intenzione di andare a Riyad. E a dirlo è la portavoce della sua Fondazione. Come altri giornalisti di mezzo mondo che oggi avevano ritwittato la notizia lanciata dai sauditi sono stasera – sempre attraverso il social network in questione – stato infatti contattato da Taylor Royle, la portavoce della Fondazione Malala, che gentilmente mi ha scritto che non solo la ragazza non sarà a Riyad, ma non era nemmeno mai stata prevista la sua presenza.
Incuriosito dalla vicenda le ho chiesto come fossero andate le cose. Mi ha spiegato che Malala è stata invitata solo la settimana scorsa. E ha declinato per un motivo molto semplice: a Birmingham, dove vive, è periodo di esami e dunque lei anziché in Arabia Saudita sarà a scuola a studiare.
Una gaffe non da poco alla vigilia di un appuntamento sul quale i sauditi stanno investendo una montagna di soldi. Con il risultato che – per colpa di qualche maldestro funzionario che ha parlato troppo presto – adesso si ritrovano beffati da una ragazzina per cui i libri restano comunque più importanti di un incontro con Trump e gli al Saud.