Pubblicato il messale del viaggio del Papa in Myanmar e Bangladesh. Durante la Messa a Yangon una delle preghiere dei fedeli invocherà la fine dei conflitti nello Stato di Rakhine (quello delle violenze contro i Rohingya), ma anche in quelli dei Kachin e degli Shan, le altre minoranze in conflitto con l’esercito birmano
Il sito internet della Santa Sede ha pubblicato oggi il messale con i testi delle celebrazioni liturgiche dell’ormai imminente viaggio del Papa in Myanmar e in Bangladesh, che prenderà il via lunedì. In questa vigilia si discute molto sul modo in cui Francesco affronterà la questione dei Rohingya, la popolazione di etnia musulmana che dall’agosto scorso è al centro di un nuovo esodo verso il Bangladesh, dopo la reazione violenta dell’esercito birmano ad alcuni attacchi degli indipendentisti locali. Bergoglio ha infatti richiamato più volte l’attenzione del mondo a questo dramma; suscitando più di un malumore a Yangon, dove si sottolinea la complessità del mosaico etnico dell’ex Birmania e si parla apertamente di infiltrazioni di gruppi jihadisti tra i Rohingya, chi sarebbero resi protagonisti di violenze di segno opposto che non arrivano alla ribalta dei media internazionali.
In questa situazione confusa lo stesso cardinale arcivescovo di Yangon Charles Bo ha suggerito a papa Francesco di non utilizzare il termine Rohingya, ma di chiamare questi profughi semplicemente «popolazioni musulmane dello Stato di Rakhine». Al di là della questione terminologica il messale del viaggio dice però quanto i conflitti e il loro superamento sarà un tema centrale nel viaggio che sta per iniziare. Già nella Messa che mercoledì papa Francesco presiederà al Kyaikkasan Ground, il grande parco di Yangon dove sono attesi 100 mila fedeli, in una delle invocazione si pregherà espressamente per la pace negli Stati del Myanmar dove ancora imperversa la guerra. Questo sarà il testo dell’invocazione:
«Per i leader del Myanmar, perché possano sempre rafforzare la pace e la riconciliazione attraverso il dialogo e la comprensione, promuovendo la fine dei conflitti negli Stati di Kachin, Rakhine e Shan, per questo ti preghiamo».
È importante osservare come accanto alla questione dello Stato di Rakhine, sotto gli occhi dei riflettori per l’esodo dei Rohingya, verranno associate nella preghiera anche le altre due aree calde, quelle dei conflitti negli stati di Kachin e Shan, nel nord-est del Paese. Conflitti che vedono coinvolte altre minoranze locali, con una presenza significativa anche dei cristiani (risale a poco più di un anno fa l’attacco aereo dell’esercito governativo che provocò la distruzione della chiesa di San Francesco Saverio a Mung Koe, nello stato Shan).
Si pregherà dunque per la pace e la riconciliazione in tutto il Paese durante la Messa a Yangon. Una pace nel contesto della quale trovare una soluzione anche per il dramma specifico che i Rohingya si trovano oggi a vivere nello Stato di Rakhine e oltre confine nei campi profughi del Bangladesh.