Vogliamo vivere il Giubileo con una luce diversa, con un impegno in più a parlare di speranza e a offrirla a tutte quelle persone che ne hanno bisogno
«Manda, o Signore, il dono dello Spirito su questa tua figlia che per te ha lasciato ogni cosa. Risplenda in lei, o Padre, il volto di tuo figlio Gesù, perché renda visibile la sua presenza nella Chiesa. Con il tuo aiuto conservi libero il suo cuore, per prendere su di sé le ansie dei fratelli e servire Gesù sofferente nelle sue membra. Negli eventi umani sappia vedere la divina provvidenza che li guida».
Questa preghiera mi è molto cara. È la grande benedizione della nostra professione definitiva e mi piace iniziare questo mio ultimo scritto con queste parole che voglio lasciare un po’ come dono dopo questo anno di condivisione della mia vita missionaria qui in Bangladesh. Chi vuole, la può pregare per me, per noi missionari.
Sono da poco rientrata da un viaggio in America, dove ho portato la testimonianza di quello che è il mio servizio qui: ho trovato tanto affetto, tanto desiderio di conoscere la nostra realtà, il nostro servizio, la mia vita con e per questa gente.
Mi sono sentita voluta bene in modo molto semplice e spontaneo da persone che fino a pochi giorni prima erano sconosciute. Che dono! Anche questo è balsamo per me. Mi hanno colpito lo stupore e l’attenzione della gente ai miei racconti, anche da parte dei bambini che in silenzio hanno ascoltato parole che forse non avevano mai sentito: lebbra, tubercolosi, stigma… Quello che per me è quotidianità, per tanti è ancora motivo di meraviglia e gratitudine per il nostro servizio.
Lo porto come un insegnamento che ho voluto condividere con il mio staff. Mai dirsi stanchi, annoiati e senza entusiasmo per il nostro lavoro, perché è importante ricordare che siamo speranza per chi non ne ha, gesto di cura e consolazione per chi non è abituato a un segno d’amore gratuito e spontaneo. Ecco, questo è un dono per tutti noi, anche per me che, a volte, a causa della stanchezza e di tanti altri pensieri, me lo scordo.
In questo anno, vi ho raccontato storie faticose e difficili, una vita quotidiana diversa da quella che si vive in Italia. E ora spero che alcune di queste storie le conserverete nel vostro cuore anche nell’anno che viene, quello del Giubileo, che vogliamo vivere con una luce diversa, con un impegno in più a parlare di speranza e a offrirla a tutte quelle persone che ne hanno bisogno, perché siamo amati in modo speciale da un Padre buono.
Anche Gesù Bambino, che nasce ancora una volta, ci insegna l’amore, fonte di energia e forza per continuare a essere balsamo per tante ferite.
Buon Natale a tutti voi! Buona preparazione al Giubileo e buona vita!