La cooperazione italiana supporterà il governo dell’Etiopia con un intervento da 12 milioni di euro per rafforzare la capacità di resistenza alla siccità nelle aree rurali.
L’Italia supporterà con 12 milioni di euro il Drought Resilience and Sustainable Livelihoods Programme, un programma di rafforzamento della resilienza alla siccità delle comunità locali che inzierà entro il primo semestre del 2016 nella regione arida dell’Afar, nel nord del Paese. L’intervento sarà coordinato dal governo etiopico attraverso una struttura di gestione federale e regionale, congiuntamente ad iniziative simili della Banca Mondiale e della Banca Africana di Sviluppo.
«L’intervento adotterà una metodologia partecipativa che permetterà a tutti gli attori locali, compresi i pastori nomadi, di pianificare e monitorare gli investimenti come la riabilitazione dei pascoli, la costruzione di strade e mercati, la riabilitazione e la creazione di punti d’acqua, l’eradicazione delle piante invasive, la produzione di foraggio – spiega Ginevra Letizia, direttrice dell’ufficio della cooperazione italiana ad Addis Abeba – . Si tratta d’investimenti di cruciale importanza soprattutto per una popolazione che si sostiene sull’agro-pastoralismo».
Per l’attuale emergenza siccità, causata dal fenomeno meteorologico El Niño, lo scorso gennaio il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha stanziato un milione di euro per interventi nel settore della sicurezza alimentare. Il finanziamento della Cooperazione Italiana è stato suddiviso in parti uguali fra il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e l’Organizzazione della Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). Il contributo di 500 mila Euro concesso al Pam sta coprendo il fabbisogno alimentare dei gruppi più vulnerabili, mentre quello alla Fao ha finanziato la fornitura di sementi ed attrezzature a favore delle comunità agro-pastorali più colpite, rafforzandone la capacità di affrontare l’emergenza. In aggiunta la cooperazione italiana ad Addis Abeba sta preparando un ulteriore intervento di 230.000 euro per la riabilitazione e la protezione di punti d’acqua nella stessa regione dell’Afar.
I sopralluoghi della cooperazione italiana sul terreno confermano «un calo della produzione agricola in tutto il Paese fino all’80 per cento e un aumento importante dei prezzi dei cereali fino al 100 per cento». A destare preoccupazione è anche la moria del bestiame: le perdite ammonterebbero già a 450 mila capi e sono destinate a crescere. Le conseguenze della siccità per le comunità locali nelle aree colpite sono «il razionamento dei pasti – che va a danneggiare soprattutto le donne- , il ricorso a cibi meno costosi, ma meno nutrienti, l’indebitamento, l’affitto dei campi ai contadini più abbienti da parte di quelli più poveri, la vendita di buoi e attrezzi agricoli, l’interruzione della scuola da parte dei bambini in grado di lavorare, l’emigrazione verso le città e l’estero».