L’economia dell’Africa crescerà ancora – del 3,7 per cento nel 2016 e del 4,5 per cento nel 2017 – dicono le proiezioni dell’African economic outlook 2016, presentato oggi a Lusaka. La Nigeria per la prima volta in recessione.
La virtù dell’Africa è la resilienza, la capacità di resistere. A dirlo è l’African Economic Outlook 2016, il rapporto sull’andamento economico del continente presentato ieri dalla Banca africana di sviluppo, il cui 51esimo summit si è aperto ufficialmente oggi a Lusaka in Zambia. Per cinque giorni i delegati provenienti da tutti i Paesi del continente si confronteranno sulle sfide e le opportunità economiche da cogliere nei prossimi anni.
L’economia dell’Africa crescerà ancora, del 3,7 per cento nel 2016 e del 4,5 per cento nel 2017,dicono le proiezioni dell’African economic outlook 2016, anche se lo studio pone come condizione imprescindibile della crescita il rafforzamento dell’economia globale e l’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali.
Non mancano gli aspetti problematici: nel 2015 il flusso di denaro che è arrivato in Africa è stato pari a 208 miliardi di dollari, l’1,8% in meno rispetto al 2014, a causa di una contrazione degli investimenti dall’estero. In compenso l’aiuto allo sviluppo è aumentato del 4% arrivando a 56 miliardi di dollari e sono rimaste costanti le rimesse degli emigrati all’estero, per un valore di 64 miliardi di dollari.
Un caso a parte è la Nigeria, che nel 2015 per la prima volta ha sperimentato la recessione, con una contrazione del Prodotto interno lordo dello 0,36%, dato che ha smentito una previsione di crescita dell’1,8%. La recessione è strettamente legata al calo del prezzo del petrolio (la Nigeria ricava il 70% delle sue entrate annuali dal greggio).
«I paesi africani hanno mostrato un’incredibile resistenza alle avversità dell’economia globale», si legge nel rapporto, che pone l’accento sul processo di urbanizzazione in corso nel continente.
Secondo le previsioni dell’istituto di credito africano, due terzi degli africani vivranno in centri urbani entro il 2050. Rispetto al 1995, il numero di persone che vive in città è raddoppiato, passando a 472 milioni nel 2015. «Il processo di urbanizzazione in Africa offre nuove opportunità per lo sviluppo economico e sociale del continente», ha commentato Mario Pezzini, responsabile Ocse. Tuttavia, mette in guardia lo studio, i due terzi degli investimenti nelle infrastrutture urbane entro il 2050 non sono ancora stati finanziati. La sfida più importante dei prossimi anni, secondo il rapporto, sarà dar vita a città sostenibili, adattando servizi e infrastrutture all’aumento della popolazione urbana.