Le prime elezioni democratiche in Burkina Faso hanno portato al potere un uomo non nuovo, ma che apre nuove prospettive. Economista discreto e concreto, Roch Kaboré deve affrontare grandi sfide, dalla povertà alle disoccupazione dilaganti. Comincia l’era post Compaoré
Per la prima volta dall’indipendenza, il Burkina Faso si è dotato di istituzioni democratiche uscite dalle urne. E il grande vincitore di queste elezioni è il Movimento per il progresso del popolo (Mpp). Il suo Presidente, Roch Marc Christian Kaboré, 58 anni, è stato infatti eletto Capo dello Stato al primo turno con oltre il 53% delle preferenze, mentre il suo partito si è aggiudicato la maggioranza dei seggi all’Assemblea nazionale
Questa tornata elettorale si è tenuta esattamente a un anno di distanza dalla caduta di Blaise Compaoré, deposto, dopo 27 anni al potere, da una rivolta popolare nell’ottobre 2014. E nonostante un maldestro tentativo di colpo di Stato, nell’ottobre 2015, il governo di transizione è riuscito a organizzare le prime elezioni veramente democratiche e a dare una nuova configurazione politica al Paese.
Eppure il Presidente non è un uomo nuovo. Roch Kaboré, infatti, è un ex burocrate del regime di Compaoré, più volte ministro e una volta Premier, nonché presidente dell’Assemblea nazionale e persino presidente del partito di governo, il Congresso per la democrazia e il progresso.
Ma se la scelta degli elettori è caduta su di lui questo è avvenuto, innanzitutto, perché Kaboré ha tempestivamente abbandonato la nave prima che affondasse, ovvero nel gennaio 2014, molto prima della caduta del regime. Con lui si era portato anche alcuni quadri del partito di Compaoré, nonché una parte dei suoi attivisti. Passato all’opposizione, si è ritrovato tra i leader della protesta che è riuscita a rovesciare il regime di cui aveva fatto parte per due decenni. Il secondo motivo è che si tratta di un uomo di grande esperienza, discreto ed efficace. Economista di formazione, è stato banchiere prima di occuparsi delle finanze del suo Paese.
Kaboré conosce molto bene il funzionamento dell’amministrazione e il contesto internazionale. Ora non dovrà deludere i suoi elettori, che hanno dato fiducia anche al suo partito che ha conquistato la maggioranza relativa all’Assemblea nazionale. Il Mpp e il suo leader hanno ora le mani libere per mettere in atto politiche che siano all’altezza delle sfide e delle aspettative dei burkinabè, in un Paese molto povero e senza grandi risorse.
Roch Kaboré dovrà affrontare subito alcuni dossier “caldi” e urgenti: innanzitutto il problema della disoccupazione giovanile dilagante, una più equa distribuzione delle già scarse risorse, la lotta contro la corruzione e la creazione di un quadro istituzionale che garantisca i diritti fondamentali a tutti.
Prima di vedere se riuscirà a dare risposte adeguate, bisogna almeno riconoscere un primo successo: le elezioni, infatti, si sono svolte in un clima pacifico. I perdenti hanno immediatamente riconosciuto la loro sconfitta e la vittoria del Mpp. Un’importante prova di maturità del Burkina Faso, che si impone oggi come uno dei Paese africani che meglio sono riusciti a portare a termine la transizione democratica.