CASA BAMBARAN
In Guinea Bissau le voci femminili nella musica cantano inni alla vita e denunciano le ingiustizie sociali
In Africa le fasi più importanti della vita sono accompagnate dalla musica, che ha un valore sociale e religioso. È impensabile celebrare un evento senza danze e accompagnamento musicale. In particolare le donne, con i propri movimenti, sembrano riprodurre una musica insita nella natura stessa. In Guinea Bissau, dove vivo, è molto suggestivo vedere più donne che insieme pilano il riso, secondo un ritmo unico e particolare, sempre con i propri figli fasciati sulla schiena. E quando vanno nei campi con il carico sulla testa, sembra che camminino a ritmo di danza. I bambini danzano fin da piccolissimi sulla schiena della mamma, accompagnandola nei lavori di casa, nel campo, nelle feste.
È a partire da questa esperienza che, anche qui in Guinea Bissau, alcune donne sono entrate nel mondo della musica, sia tradizionale che moderna.
Fra le artiste più famose vorrei presentarne una il cui nome è conosciuto anche all’estero: Dulce Neves. Nominata ambasciatrice della musica moderna e della pace, e regina della musica guineense, ha celebrato 39 anni di carriera musicale. In una recente intervista ha ricordato i momenti più belli della sua vita, come il Disco d’oro vinto nel 2009 per l’album “Mundo Rabida” (Il mondo si capovolge). Ma, all’inizio, ha sofferto sulla propria pelle una dura opposizione da parte della popolazione, in particolare quella maschile. Allora era strano vedere una donna cantare in mezzo agli uomini e la gente l’apostrofava in malo modo. Ha dovuto lottare per andare avanti e veder riconosciuti i suoi diritti. Durante il colpo di Stato del 2012, i militari la picchiarono e la rinchiusero in cella. Oggi dice che, come madre, si è lasciata tutto alle spalle, e continua a cantare i problemi sociali, le difficoltà delle donne, la vita famigliare.
Uno dei suoi dischi è intitolato “Balur di Mindjer”, “Il valore della donna” (2001). Il coinvolgimento nelle cause sociali l’ha portata a scrivere una canzone per allertare sul pericolo dell’Aids e a essere il volto di una campagna contro la malattia. Dulce canta anche la bellezza del suo amato Paese: per esempio la canzone “Caheu” celebra un luogo di grande importanza per la storia della Guinea e dell’Africa in generale.
Dulce non è mai emigrata, anche se a Bissau è difficile trovare produttori. «Non possiamo uscire tutti dal Paese», ha spiegato in un’intervista. «Alcuni devono rimanere per migliorare la situazione qui dove viviamo. Ci sarà una svolta quando le autorità dello Stato capiranno che la cultura è lo specchio di un Paese. Solo così si potrà progredire». Oggi le sue canzoni sono molto ascoltate e cantate, il popolo trova in lei una grande voce che nessuno può far tacere.