Cardinale Monsengwo: «Attacchi deliberati contro la Chiesa»

Cardinale Monsengwo: «Attacchi deliberati contro la Chiesa»

Secondo l’arcivescovo di Kinshasa, le violenze che hanno interessato diversi luoghi di Chiesa in varie parti della Repubblica Democratica del Congo sono stati commessi «deliberatamente, per far fallire la sua missione di pace e di riconciliazione» in una delle fasi più delicate e cruciali della vita politica del Paese

 

Sono parole estremamente dure quelle usate domenica scorsa dal cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, all’indomani di una serie di attacchi e violenze che hanno colpito, in diverse parti del Paese, strutture e personale della Chiesa cattolica.

«Questi eventi – scrive il cardinale – indicano che la Chiesa cattolica è stata presa di mira, deliberatamente, per far fallire la sua missione di pace e di riconciliazione, nel momento in cui la Conferenza episcopale (Cenco) persegue la sua missione di buoni uffici presso il centro interdiocesano».

Il cardinale si riferisce in particolare all’incendio appiccato sabato 18 febbraio al Seminario maggiore di Malole, nei pressi di Kananga, nel Kasai Occidentale, da parte di un gruppo di giovani violenti, che hanno poi seminato il terrore nel monastero delle suore carmelitane che si trova a poca distanza. Ma anche al saccheggio, domenica 19 febbraio, della parrocchia di St. Dominic à Limete, periferia di Kinshasa, dove una ventina giovani malintenzionati hanno profanato la Chiesa, distrutto il tabernacolo, vandalizzato l’altare, fatto a pezzi le panche e cercato di dare fuoco all’edificio. Anche i padri oblati della comunità che risiede in parrocchia non sono stati risparmiati. «Condanniamo con forza questi atti che sono al limite della barbarie», scrive il cardinale, la cui curia è stata a sua volta presa di mira nei giorni precedenti da ripetuti passaggi di persone che gridavano insulti, creando una situazione di panico tutto intorno.

«Insieme a tutti i vescovi, condanniamo questi atti di violenza che possono far precipitare di nuovo il nostro Paese in un caos indescrivibile. Invitiamo le autorità a mettere fine a questa tensione e a garantire la protezione dei beni e delle persone, soprattutto il patrimonio della Chiesa cattolica che è stato gravemente preso di mira»
Tutti questi atti sarebbero riconducibili al ruolo centrale che la Chiesa cattolica congolese sta giocando per far superare al Paese l’ennesima gravissima crisi politica, come raccontiamo in questo articolo di Mondo e Missione. Crisi che è ritornata in una fase particolarmente acuta e incerta dopo la morte, lo scorso primo febbraio del leader dell’opposizione Etienne Tshisekedi, che il cardinale definisce «un’icona della democrazia».

«In comunione con la Cenco – aggiunge Monsengwo – sosteniamo l’approccio della Chiesa e tutti i suoi sforzi per il raggiungimento di uno Stato di diritto affinché le istituzioni destinate a gestire il Paese siamo messi in campo, per migliorare le condizioni di vita del popolo congolese, la cui miseria non fa che aumentare, e per garantire le libertà fondamentali e la dignità umana».

«La Cenco – precisa – non svolge solo un ruolo di mediatore. Spetta ai politici riconoscere con umiltà, davanti alla nazione e alla comunità internazionale, le loro velleità politiche e la turpitudine delle loro scelte narcisistiche che portano all’impasse o al blocco delle istituzioni. Se ne assumeranno la responsabilità di fronte alla storia».
Il cardinale, inoltre, stigmatizza il fatto che «ultimamente, la situazione di sicurezza resta preoccupante in Repubblica Democratica del Congo in generale e a Kinshasa in particolare. C’è stato un aumento di paura, rabbia e persino di incertezza».

Per questo, invita tutti a dare prova di «saggezza, moderazione, spirito democratico per risolvere la questione relativa alla nomina del primo ministro e alle altre questioni connesse, al fine di risolvere la crisi che perdura e che rischia di compromettere lo svolgimento di elezioni alla fine di quest’anno, secondo gli Accordi di san Silvestro di cui i congolesi attendono urgentemente l’applicazione».